Best of the Year: i migliori film del 2020
I film più interessanti del 2020 secondo Cinema Errante
Quale miglior modo di festeggiare i 10 anni di Cinema Errante se non con un riassuntone dedicato ai migliori film del 2020? Dopo aver tirato le somme della passata stagione seriale, facciamo il punto di un’annata cinematografica profondamente segnata dall’impossibilità della visione in sala e dallo stravolgimento delle dinamiche produttive e distributive dei film in calendario.
Iniziamo il nostro best of da un ritorno di fiamma…
Giacomo Brotto: Matthias & Maxime di Xavier Dolan. La buona notizia è che Xavier Dolan è tornato al suo Cinema, ma anche al suo Québec, dissipando i dubbi – legittimi – sulla sua filmografia recente. Di nuovo in Canada, e supportato da un meta cast di amici di vecchia data, Dolan riparte proprio da una storia d’amicizia, quella tra Matthias e Maxime, due amici storici sopraffatti da sentimenti reciproci. Con uno sguardo più a fuoco ed equilibrato rispetto al passato, ma anche estremamente a suo agio nel rappresentare tempeste emotive, esplorazioni identitarie e legami affettivi complessi, Matthias & Maxime è un rollercoaster sentimentale sorretto interamente sull’esplosione e sulla sottrazione emotiva dei suoi protagonisti. Pane per i denti di Dolan, qui anche ottimo interprete, il quale ricorre a soluzioni estremamente efficaci (l’esclusione del bacio; l’arrivo all’aeroporto di Harris Dickinson; le ombre dei protagonisti; la telefonata finale; tutte le volte in cui Dolan – Maxime – guarda il meno espressivo Gabriel D’Almeida Freitas – Matthias). Insomma, il futuro di Dolan sembra ancora molto promettente. D’altronde lo aveva detto anche Mommy Dorval: “Gli scettici dovranno ricredersi”. Da vedere in lingua originale per godere del linguaggio ibrido del Québec.
Alice Casarini: Ema di Pablo Larraín. Un film dirompente, anarchico, lisergico. Dopo l’incursione hollywoodiana di Jackie, il regista cileno torna a un cinema latino e sanguigno con una pellicola che stordisce con la sua carica irrefrenabile e il suo tripudio di questioni esistenziali esperite visceralmente a suon di reggaeton. La protagonista eponima (Mariana Di Girolamo) è il cuore pulsante delle vicende, ma l’energia musicale, sessuale e affettiva che emana trova una cassa di risonanza perfetta nei personaggi ugualmente tormentati e umorali che la circondano.
Davide Vivaldi: Richard Jewell di Clint Eastwood. A quasi novant’anni, Eastwood mette in scena un’altra storia (vera) di un piccolo eroe americano senza particolari qualità se non uno spiccato senso del dovere, e ne trae un efficace racconto morale che non diventa mai moralista, dalla carica emotiva notevole ma sobrio e mai retorico. Nel dare vita con assoluto rispetto a personaggi umanissimi e pieni di debolezze, che si trovano ad affrontare l’ingratitudine della società e la sovraesposizione mediatica, Clint gira uno dei suoi film più convincenti dell’ultimo decennio, aiutato da un cast in stato di grazia in cui spicca il sorprendente protagonista Paul Walter Hauser.
Pier Francesco Cantelli: I Miserabili di Ladj Ly. I miserabili è un film solido. La storia quasi documentaristica esplora un aspetto della Parigi di oggi che può risultare sconosciuto e permette di soprassedere su trama e caratterizzazioni un po’ troppo semplicistiche. Ne esce un film duro e che ha come maggior pregio il suo essere irrisolto.
Elena D’Amelio: Wolfwalkers di Tomm Moore e Ross Stewart. Due ragazzine coraggiose, una foresta incantata, un branco di lupi, padri, madri, tiranni e una popolazione sottomessa. Sembrano ingredienti tipici di una favola tradizionale, ma il bellissimo film d’animazione dei registi irlandesi Thomas Moore e Ross Stewart li mescola e li trasforma, operando una metamorfosi simile a quella che capita a Robyn e che le permette di vedere la realtà con gli occhi dell’altro. E allora il diverso non fa più paura, ma insegna ad amare e a ribellarsi alle ingiustizie. Thomas Moore ci regala una favola eco-femminista che è puro piacere visivo grazie ai colori lussureggianti e un’animazione da libro illustrato.
Ilaria De Pascalis: The 40-Year-Old Version di Radha Blank. Scritto, diretto, prodotto e interpretato da Radha Blank, il film ha esordito al Sundance per poi essere distribuito da Netflix, ed è senza dubbio la mia perla per il 2020. Graffiante, profondo, divertente e commovente al tempo stesso, mostra una donna che si confronta con il proprio passato, la propria creatività, successi e fallimenti, i punti di forza e le fragilità che contraddistinguono ognun* di noi. L’ambientazione ad Harlem e il rapporto articolato con vari aspetti della cultura black statunitense garantiscono uno sguardo su aspetti spesso poco rappresentati dal cinema mainstream contemporaneo, inserendoli in un’estetica indie di grande godibilità.
BONUS: Inediti promettenti – Best of the Year: i migliori film del 2020
Sara Mazzoni: Promising Young Woman di Emerald Fennell. Variazione sul tema del rape & revenge che ha molto in comune con la sensibilità di Michaela Coel in I May Destroy You. Il film di Fennell rimescola anche i trope della commedia romantica col thriller, usa musiche e colori smaccatamente pop e “feel good” per raccontare una storia che invece è scomoda e spigolosa
Cosa manca – Best of the Year: i migliori film del 2020
Altri film da non perdere: Another Round, Il Caso Braibanti, Favolacce, Gretel & Hansel, High Life, The Hunt, The Invisible Man, The Lighthouse, Little Women, Ma Rainey’s Black Bottom, Palm Springs, Soul, The Trial of the Chicago 7; e molti, molti altri…
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