Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è stato presentato in anteprima mondiale al Biografilm Festival 2022. Il docufilm, diretto da Pier Paolo Paganelli e prodotto da Genoma Films di Paolo Rossi Pisu, ripercorre in parallelo la carriera dell’amatissimo vicecampione del mondo e i dieci lunghi anni delle vicende giudiziarie legate all’inchiesta sul calcio-scommesse, da cui il giocatore è stato finalmente scagionato nel 2021.

Fuorigioco

Un doppio binario che emoziona e fa emergere ricordi preziosi (quale appassionato di calcio, a prescindere dai propri colori, non ha amato il giocatore che, a detta di nientemeno che Arrigo Sacchi, non aveva difetti?) e contemporaneamente infiamma gli animi per l’ingiustizia protrattasi così a lungo senza motivo. Si parte dunque dall’infanzia in provincia di Bergamo, nel paesino di Alzano Lombardo, dove il piccolo Beppe sbagliò un rigore che costò la finale alla sua squadra. Si mise a piangere, racconta ora candidamente: del resto aveva appena sette anni! Anni dopo riuscì ad affinare la sua tecnica, ci svela in seguito nel film, guardando un torneo di freccette e rendendosi conto che tirando da fermo sarebbe stato molto più preciso. Il resto è storia: 56 rigori andati a segno su 65 tirati.

Fuorigioco

Vediamo così crescere Beppe con la maglia del Piacenza (serie C1 e poi B), ma soprattutto con quella del Foggia di Zdeněk Zeman, figura fondamentale per la sua crescita come atleta. Erano gli anni del “tridente delle meraviglie”, e dalle commoventi testimonianze degli altri due membri del trio, Roberto Rambaudi e Francesco Baiano, traspare una solidarietà che permette a ciascuno di gioire in prima persona dei gol dei compagni, un sodalizio che contribuirà all’arrivo della squadra nella massima divisione.

Intanto però il documentario racconta anche lo spiazzante inizio dell’epopea giudiziaria: gli agenti in borghese che vanno a prendere Signori a Roma senza spiegargli nulla, quelli in divisa che perquisiscono la casa bolognese sotto lo sguardo attonito della moglie Tina Milano. Dalla perquisizione emerge uno sventurato foglietto con somme, partite e risultati, che per la procura di Cremona è una prova sufficiente del coinvolgimento del calciatore nello scandalo del calcio-scommesse.

Fuorigioco

Comincia così un calvario che durerà dieci anni e passerà per arresti domiciliari, squalifica quinquennale da parte della FIGC e una macchia tanto ingiustificata quando tenace sul suo nome e sui suoi progetti televisivi e da allenatore dopo l’addio al calcio giocato. Nel frattempo il primo binario ci riporta alla lunga e fruttuosa militanza nella Lazio di Zoff, di Zeman e di nuovo di Zoff: nei cinque anni e mezzo di maglia biancoceleste, Signori ha messo a segno 127 reti in 195 partite (coppe comprese) e conquistato tre volte il titolo di capocannoniere. A metà della carriera laziale si inserisce anche la convocazione ai mondiali USA 1994, dove tuttavia Signori non si trova a suo agio nel ruolo di centrocampista assegnatogli da Sacchi e finisce per giocarsi l’opportunità di scendere in campo nella finale persa contro il Brasile. In seguito si incrinano anche i rapporti con la panchina laziale con l’arrivo di Sven-Göran Eriksson, fautore del modulo 4-4-2 che lasciava poco spazio all’attaccante. Sul secondo binario, anche il racconto del processo subisce una svolta decisiva: Signori cambia avvocato e sceglie Patrizia Brandi, del foro di Bologna, tenace e agguerrita in tribunale quanto lui in campo.

Il rifiuto della prescrizione e del patteggiamento, coerente con la dichiarazione di innocenza, dilata i tempi del processo, ma alla fine risulta vincente: nel 2021 Beppe Signori viene assolto “perché il fatto non sussiste” e poi riabilitato dalla Federazione. È naturalmente in questa parte finale, che racconta anche gli anni rossoblù dell’attaccante, che il pubblico bolognese esulta due volte, per il risultato in tribunale e per il ricordo di sei stagioni cominciate con la vittoria all’Intertoto e conclusesi con 64 reti segnate in 178 partite. In sala esplode allora il coro prediletto, citato anche nel film: “Prendi il palo, la traversa, Beppe-gol… tira giù la porta, facci un gol.”

Fuorigioco

Fuorigioco riesce indubbiamente nell’intento di tirare giù la porta della gogna mediatica, mostrando i retroscena meno noti al pubblico e contribuendo a riabilitare l’immagine del campione con un uso efficace del bianco e nero per le vicende giudiziarie, un montaggio ben calibrato e le innumerevoli testimonianze di familiari, compagni, amici e allenatori, da Dino Zoff a Gianluca Pagliuca, da Pino Insegno a Luca Carboni. Il docufilm, realizzato con il sostegno dell’Emilia Romagna Film Commission, è disponibile on demand su Sky Go e in streaming su NOW. Fuorigioco è anche un libro, con il sottotitolo Perde solo chi si arrende, edito da Sperling & Kupfer e scritto da Signori stesso, simbolo del calcio italiano che ci auguriamo di rivedere presto sulla panchina che merita.

Alice C.
8 1/2