La 76sima edizione della Mostra del Cinema di Venezia si è chiusa a ritmo di musica con Roger Waters e Mick Jagger ospiti al Lido. Se il secondo ha presenziato come attore, nei panni inediti del collezionista d’arte di The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, il primo ha portato invece Us + Them, vera e propria metaperformance musicale di cui è co-regista (con Sean Evans), co-produttore (con Clare Spencer) e naturamente supremo interprete.

Roger Waters: Us + Them

Us + Them è un concert movie perfettamente confezionato che porta sullo schermo l’epico tour omonimo del 2017-18 (nello specifico, un collage di tre date di Amsterdam e qualche spezzone di quelle inglesi). E se i Pitura Freska nel 1991 raccontavano il concerto veneziano del 1989 (“Oi ndemo veder i Pin Floi”), trent’anni dopo assistere alla proiezione in sala Darsena (oltre 1400 posti) con Waters in sala si avvicina moltissimo all’esperienza dal vivo.

Come ha dichiarato lo stesso ex frontman dei Pink Floyd, sarebbe stato uno spreco non portare la monumentale produzione del tour anche sul grande schermo. Waters è dunque tornato a collaborare con il fido regista Sean Evans; con l’abilissimo direttore della fotografia Brett Turnbull, pioniere delle riprese digitali in 4K, 6K e 8K; e con la montatrice Katie McQuerrey. Grazie al mixaggio di Nigel Godrich e Sam Petts-Davies e a una troupe di 130 persone, il team è riuscito a superare perfino l’ottimo lavoro già svolto per Roger Waters: The Wall.

Roger Waters: Us + Them

Us + Them offre infatti un’esperienza immersiva che restituisce alla perfezione l’atmosfera del tour grazie a strumentazione video e audio di qualità eccellente. Le due ore di concerto ripercorrono la carriera dei Pink Floyd e di Waters da solista, spaziando da The Dark Side of the Moon (1973) a Wish You Were Here (1975) e da Animals (1977) al recente Is This The Life We Really Want? (2017) e accompagnando ogni brano con scenografie mozzafiato come la riproduzione della centrale elettrica di Battersea con le sue ciminiere (copertina di Animals), realizzata su sedici schermi mobili calati dal soffitto nel bel mezzo dell’arena all’inizio del secondo atto; i maiali volanti di “Pigs (Three Different Ones)”; e la spettacolare piramide laser con il prisma colorato che rievoca la copertina di The Dark Side of the Moon e fa da sfondo alle canzoni di chiusura, “Brain Damage” ed “Eclipse”.

Fil rouge del concerto è l’impegno sociale e politico che da sempre caratterizza l’artista: i temi del capitalismo, dell’emigrazione, della guerra, dei diritti civili e dell’alienazione si fondono a un’esplicita critica alla presidenza Trump e soprattutto al tentativo di spronare il pubblico alla resistenza attiva. Come ha ricordato durante il Q&A con Liv Tørres, direttrice del Nobel Peace Center di Oslo, Roger Waters mira a scuotere i fan, a far sì che il suo pubblico non si crogioli nell’essere “Comfortably Numb”, ma porti avanti la lotta per un mondo migliore.

Roger Waters: Us + Them

Roger Waters: Us + Them sarà proiettato nelle sale italiane il 7, 8 e 9 ottobre grazie a Nexo Digital.

Alice C.
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