Il ventennale del Future Film Festival di Bologna si è concluso domenica 3 giugno con la premiazione ufficiale delle opere migliori (selezionate fra dieci lungometraggi in concorso, su un totale di ben 33 nelle varie sezioni, e addirittura 95 cortometraggi da tutto il mondo).

Future Film Festival

A conquistare il Platinum Grand Prize è stato il delicato Window Horses: The Poetic Persian Ephifany of Rosie Ming (Canada, 2017) di Ann Marie Fleming, “per la ricchezza emotiva raccontata con un segno grafico ricercato e sintetico che ti accompagna in un viaggio di scoperta e di crescita inaspettato.” La protagonista è infatti raffigurata come una stick figure, a simboleggiare la sua ricerca della propria identità; invitata a un festival di poesia in Iran, la giovane canadese Rosie finirà infatti per venire a patti con le proprie origini cinesi e iraniane. Lo stile essenziale riservato a Rosie si fonde con le tecniche diverse utilizzate per gli altri personaggi e per i suggestivi sfondi, a simboleggiare la fusione delle culture promossa anche attraverso la poliedricità della dimensione poetica, forma e contenuto dell’opera. Il film è prodotto dal National Film Board of Canada ed è stato finanziato in buona parte tramite una campagna di crowdfunding su Indiegogo.

Fra i lungometraggi ha ottenuto una menzione speciale La Casa Lobo (The Wolf House), di León e Cociña (Cile, 2018) “per la ricerca espressivo–narrativa, che coniuga la necessità autoriale con l’impatto visivo”. Il film è ispirato alla storia vera della setta di origine tedesca chiamata Colonia Dignidad, che commise atroci violenze in collaborazione con la dittatura di Pinochet, qui riprodotte con la tecnica della stop-motion, che le rende doppiamente inquietanti per contrasto.

Future Film Festival




Il Premio Future Film Short è stato assegnato a Inanimate della giovane Lucia Bulgheroni, storia di una ragazza che ha una vita assolutamente normale… finché il suo mondo non comincia letteralmente a cadere a pezzi. Il corto, già premiato dalla Cinéfondation di Cannes, ha conquistato i giurati “per aver saputo utilizzare al meglio le tecniche dell’animazione rendendole protagoniste e coniugandole all’irrisolvibile dubbio esistenziale”. Menzioni speciale per Xian di Roxane Campoy, Pauline Ledu, Myriam Belkheyar, Gwenaelle Bavoux, “per aver mostrato il potere dell’animazione che diventa mezzo di narrazione innovativo coniugando passato e futuro”, e per Reruns di Rosto, artista già vincitore del Future Film Short 2016, “che conferma la padronanza dell’integrazione di tecniche miste, con una poetica originale e inconsueta”.

I sostenitori del Future Film Festival hanno poi assegnato il Premio FFFabulous & FFFantastic per il miglior evento del ventennale The Breadwinner di Nora Twomey (Irlanda, Canada, Lussemburgo, 2017): “Il realismo con il quale viene trattato un tema crudo, in contrapposizione alla raffinatezza narrativa e agli scenari evocativi, crea una potenza visiva di ottimo equilibrio. Riesce a mantenere vivo l’interesse dello spettatore con una sceneggiatura che rimane avvincente sino all’ultimo minuto”.

Chiude la rassegna il neonato Premio Virtual Reality Contest, assegnato a Rone VR (in anteprima europea) di Lester Francois (Australia), un originale ritratto dell’artista Rone, che realizza murales giganti raffiguranti volti di donne, in luoghi abbandonati o edifici dismessi.

Fra i tanti gioiellini che ci ha regalato questa edizione, noi di Cinema Errante vorremmo inoltre segnalare Dave Made a Maze (USA 2017), un’originale commistione di commedia, fantasy, avventura e horror che ruota attorno a un labirinto di cartone costruito dal protagonista nel bel mezzo del salotto. La fidanzata Annie, rientrando a casa, scopre che Dave è rimasto bloccato nel labirinto (tardissianamente “bigger on the inside” e arruola gli amici per andare a salvarlo da un universo di animazioni rétro.

Fonte: Future Film Festival