Psiconautas: la recensione
Tratto da una graphic novel, un lungometraggio di animazione dalle suggestioni horror
C’è un mondo che crolla tra i fumi delle fabbriche e le montagne di spazzatura. Ci sono demoni con gli occhi rossi e i becchi rapaci. C’è un’isola: è la casa di Birdboy, il nostro eroe. Ma non è un’isola felice. Inizia così Psiconautas, lungometraggio d’animazione di Alberto Vázquez e Pedro Rivero, in concorso al Future Film Festival 2016.
Tratto dalla graphic novel omonima firmata dallo stesso Vázquez e pubblicata in Italia da Logos, Psiconautas è un film spericolato e coraggioso. Racconta di un’isola popolata da animaletti antropomorfi. S’ispira a un’iconografia rassicurante e giocosa, rimettendola subito in discussione grazie agli sviluppi drammaturgici e alla caratterizzazione dei personaggi. I veri cattivi sono i poliziotti; uno di loro assomiglia a Snoopy, ma ha lasciato la scuola e non esita a sparare. La topina Dinky richiama un personaggio di Maple Town, con la sua collanina sull’orecchio: ma fuma, pomicia con Birdboy e attraversa prove fuori dai canoni del racconto per l’infanzia.
Non un film per bambini, quindi. Birdboy è un eroe maledetto, perseguitato dai suoi incubi, capace lui stesso di trasfigurare in creatura mostruosa. Vazquez e Rivero esplicitano il titolo nel rapporto controverso di Birdboy con la droga, strumento di esplorazione di un subconscio popolato da demoni terrificanti. Sono le angosce e le paranoie che perseguitano anche gli altri personaggi, gli insetti neri che li riempiono di dubbi e sospetti, contro ai quali dovranno lottare fino alla fine.
Nonostante la prevalenza dei toni amari e cupi, Psiconautas usa anche un registro comico, che troviamo soprattutto in personaggi che sono oggetti parlanti: un salvadanaio, una sveglia, una papera gonfiabile. Parallela alle suggestioni horror, c’è una satira della famiglia tradizionale. La madre di Dinky stringe tra le mani un Gesù di plastica, che piange lacrime di sangue quando viene strizzato; il figlio maschio è un cane in calore, orgoglio di mamma e papà. Il grottesco si somma allo spaventoso, rendendo Psiconautas un film radicale e dissacrante.
Il film è stato realizzato in modo tradizionale, frame by frame, anche grazie al lavoro di animatrici come Dalila Rovazzani e Milena Tipaldo. Le due ragazze, diplomate al Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino, sono approdate in Spagna proprio per animare i personaggi di Psiconautas. Durante l’incontro che segue la proiezione, ci confermano che in Spagna il rapporto con l’animazione non è così diverso da quello di casa nostra, dove si tende a pensare che sia destinata esclusivamente ai bambini. Psiconautas ha rotto questo cliché, rivolgendosi direttamente a un pubblico di adulti. I primi riscontri sono già arrivati: il film ha vinto allo Stuttgart Film Festival, ed è stato selezionato per il prossimo Festival Internazionale di Animazione di Annecy. Non sappiamo se sarà possibile vedere Psiconautas nelle sale italiane; ma se doveste averne l’occasione, non fatevelo scappare.
Sara M. | Chiara C. | Alice C. | Edoardo P. | ||
8 ½ | 8 ½ | 8 ½ | 8 ½ |