Madres Parallelas è il nuovo film di Pedro Almodovar, a due anni da Dolor Y Gloria. Come nel precedente film, anche qui la musa Penelope Cruz diventa detentrice di memoria: là di quella dell’infanzia, da recuperare per ricostruire un’identità personale; qui della memoria storica di un Paese, che letteralmente scava per ritrovare i suoi morti.

madres paralelas

Janis e Ana
Recensione Madres Paralelas: storia transgenerazionale

Le madri parallele del titolo sono Janis e Ana, che in una clinica di Madrid diventano madri lo stesso giorno. Sono entrambe madri single e dalle gravidanze non pianificate, ma mentre Janis, quarantenne fotografa affermata, ne è contenta, Ana, non ancora maggiorenne, ne è spaventata. Insieme si sostengono e si aiutano per poi tornare alle rispettive vite, fino a quando le loro esistenze parallele si incroceranno di nuovo, complice un test di DNA e un incontro casuale.

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Lo sguardo
Recensione Madres Paralelas: storia transgenerazionale

Janis è una donna che sa guardare e che rivolge il suo sguardo al passato per indirizzare il presente e il futuro. Nella prima sequenza, il volto di Janis è seminascosto dalla sua macchina fotografica, con la quale scatta foto ad un antropologo forense al quale chiederà di aiutarla a riaprire una fossa comune nel suo villaggio natale. La memoria storica della Spagna si fonde così immediatamente con la capacità del cinema di mettere in forma uno sguardo. Ana invece e’ una millennial all’oscuro del passato della sua nazione, anche per colpa di una famiglia opportunista e anaffettiva. In una delle sequenze più emotive del film, Janis e Ana si scontrano proprio sul valore etico del ricordare, del non dimenticare.

Janis, fieramente femminista (indossa una maglietta con la scritta We Should All Be Feminists della scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie), è convinta sostenitrice della legge della “Memoria histórica”, approvata alla fine del 2007 dal Governo Zapatero per restituire a un popolo i suoi morti. Eppure, nel momento in cui comincia a sospettare che la neonata che ama non sia la sua, chiude momentaneamente gli occhi, non vuole vedere. Fino a quando sarà Ana, disperatamente in cerca di qualcuno che sappia vederla, a farle di nuovo aprire gli occhi. Se il parallelo tra storia individuale e collettiva e’ già insito nel titolo, lo sguardo come metafora etica è un’altra chiave di lettura di un film stratificato e complesso, che parla di maternità e recitazione come Tutto su mia madre(1999), ma allarga l’orizzonte includendo la speranza di una rinascita del Paese sull’accettazione del proprio passato, per quanto doloroso.

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Melò e impegno
Recensione Madres Paralelas: storia transgenerazionale

Almodovar ci regala un film camaleonte, dove i colori accesi del melodramma materno si mutano in quelli del cinema d’impegno civile e dove l’eccesso melodrammatico della trama è bilanciato da una recitazione misurata e introspettiva, anche nelle scene-madri. Penelope Cruz si conferma attrice potentissima, regina del primo piano, insieme a Milena Smit, che dà corpo e volto ad una positiva sorellanza transgenerazionale.

Elena D.
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