Per una festa della mamma non conforme, ecco una lista di film horror che non ha la pretesa di essere esaustiva, ma solo di fornire qualche spunto di visione dal cinema recente. Evitando i titoli più classici e le maternità orribili più note (come Rosemary’s Baby e Carrie, ma anche la saga di Alien), la panoramica spazia tra i sottogeneri, esplorando i tanti temi connessi al ruolo della madre nella nostra cultura. Ci troverete concezioni meno che immacolate, gestazioni difficili e le più diverse forme di riproduzione; e poi madri buone, madri cattive, ma più spesso madri esaurite. Non ci dimentichiamo neanche della trasmissione del trauma attraverso le generazioni, un fenomeno che spesso va a nozze con quella famigerata “famiglia naturale” da cui Cinema Errante cerca di salvarvi.

Antibirth INTERNA Film horror madre

Antibirth di Danny Perez (2016)

Antibirth è un fiero b-movie delirante, che ha il pregio di descrivere un mondo di tossici senza romanticizzarlo neanche per un secondo. Anzi: pur essendo immune ai moralismi, fa passare la voglia di avvicinarsi a qualsiasi droga . La protagonista è Natasha Lyonne, che conoscete e amate per Orange is the New Black e Russian Doll. In questo ruolo Lyonne porta all’estremo la propria eccentricità, impersonando un personaggio white trash alle prese con una gravidanza improbabile e disgustosa. Il body horror si fa strada un po’ alla volta nel film, che però offre un’atmosfera ammorbante fin dalla situazione di partenza, che potrebbe essere uno stupro – parte del viaggio è indagare cosa sia accaduto. Le sfumature su consenso e abuso sono trattate sorprendentemente bene, in un horror piuttosto originale che non diventa pretenzioso anche se tende verso uno stile vagamente mumblecore. Non è un film meraviglioso, ma è efficace. Presenta una rete di relazioni in cui i rapporti tra donne sono gli unici ad avere importanza e regala l’immagine di una Lyonne ipergravida aggrappata a una bottiglia di liquore.

The Babadook INTERNA film horror madre

The Babadook di Jennifer Kent (2014)

Art horror australiano del 2014, The Babadook è uno dei film simbolicamente più legati alla figura della madre nel cinema recente. Tutto il suo primo tempo puntualizza che i guai non finiscono col parto, tant’è che la minaccia sovrannaturale del Babadook impallidisce di fronte all’inferno domestico descritto. La protagonista è caratterizzata come “donna accudente” all’estremo e suo malgrado: madre vedova di un bambino difficile, lavora in una casa di cura per anziani. Non dorme, perseguitata dalle manine opprimenti e dagli strilli acutissimi del suo ragazzino problematico – che non appartiene però al filone dei figli del diavolo, perché ha soltanto dei disturbi comportamentali. L’opera è un capolavoro nel raccontare l’angoscia del bambino e l’esaurimento di una donna le cui forze vengono prosciugate dal ruolo in cui si trova. Per questo, oltre a essere un bel film, The Babadook è anche un anticoncezionale potentissimo.

Hereditary INTERNA Film horror madre

Hereditary di Ari Aster (2018)

Come già detto, il film è un melodramma familiare in versione horror. Al centro c’è proprio la famiglia (“naturale”, ça va sans dire), ma soprattutto ci sono non una, ma ben due madri che fanno veramente paura. La prima è una matriarca appena defunta, la cui volontà aleggia sul film dall’inizio alla fine – Hereditary si apre proprio sul suo necrologio. L’altra è Annie, la protagonista interpretata da una Toni Collette fuori di sé: una donna di mezz’età, con due figli adolescenti, che sta affrontando il lutto. Lo scheletro di Hereditary è costituito non tanto dal terrore sovrannaturale – pur così bene evocato – quanto dal rapporto teso e complicato tra Annie e i suoi figli, condizionato dalla relazione che lei stessa ha avuto con la madre. Quando la tragedia prende possesso del film, questa dimensione si fa ancora più angosciante e dilaga nel rapporto tra Annie e il figlio maschio, rappresentando conflitti molto realistici.

High Life film horror madre INTERNA Mia Goth

High Life di Claire Denis (2018)

Apparentemente di fantascienza perché ambientato su un’astronave, High Life è un film intriso di orrore esistenziale, strettamente legato al tema della riproduzione. Il suo protagonista è un Robert Pattinson ragazzo padre nel vuoto, ma il film rappresenta anche una maternità che passa attraverso due donne, la compagna di viaggio Mia Goth e la scienziata pazza Juliette Binoche. Goth, madre biologica della bambina di Pattinson, si allontana da qualsiasi canone materno che la fiction ci abbia mai propinato: lotta strenuamente per evitare che il concepimento accada e, quando succede, continua il proprio percorso di personaggio senza essere caratterizzata in quanto madre. La scienziata Binoche è una specie di strega della fertilità ossessionata dalla missione di fecondare ovuli nello spazio, ma è anche una cavalcatrice di dildo interstellari e una violentatrice a caccia di seme. La nascita assurda di questa bambina è l’elemento centrale di un’odissea nello spazio erotica e tetra.

Border film horror madre INTERNA

Border di Ali Abbasi (2018)

Film che mescola giallo scandinavo e realismo magico, Border ha vinto la sezione Un Certain Regard del festival di Cannes nel 2018. Abbasi lo ha scritto assieme a Isabella Eklöf (regista di Holiday, un altro film nordico degno di attenzione) e a John Ajvide Lindqvist, l’autore horror sul cui romanzo era basato Lasciami entrare. Anche Border è tratto da un racconto di Lindqvist, ma la sua trasposizione in immagini lo rende ancora più potente. Non è una storia di maternità; o meglio, non è una storia di maternità come ce la possiamo figurare solitamente. Il suo merito in questo campo è mostrarci un sovvertimento delle aspettative sul gender dei personaggi, che per esempio possono avere la vagina anche se sono maschi villosi. La deriva fantasy, legata anche qui al tema della riproduzione, fa sì che una semplice mestruazione possa trasformarsi nel simulacro di un bambino, mettendo in scena genitorialità che arrivano nei modi meno prevedibili. Non è un film transfemminista e questo trapela dal suo modo di gestire la materia, ma come opera weird è quanto meno originale.