Crazy like death, ossia: le otto morti più assurde nella storia del cinema horror. Beninteso, l’agone è altamente competitivo, e probabilmente si potrebbe riformulare la classifica in salsa – ossia, “finto sangue” – anche diversa. Al momento, la nostra suggestione si compone così: oscillando – come una mannaia di Damocle: esiste? – tra un classico ed un cult, tra vecchio e nuovo, tra volti tumefatti noti e C-movies. Pronti? Non aggrappatevi alle cinture di sicurezza: potrebbero strozzarvi.

LAME… NOTEVOLI ECCESSI DI LAME – All’ottavo posto, fin troppo serioso, c’è il killer – nemmeno mascherato, e piuttosto caracollante – de Un gatto nel cervello (1990) di Lucio Fulci. Improbabile versione col flauto de La danza della fata confetto di Tchaikovsky in soundtrack, un’accetta nascosta dietro la schiena come un bambino nasconderebbe una pistola ad acqua ed un paio di colpi chirurgici da macellaio col contagiri. Ma la domanda è: se uccide con l’accetta, perché ha un coltello nell’altra mano?

F-HELL-ATIO – Al settimo posto, un amplesso parziale e pericoloso: una donna è uccisa da un pene mutante durante una fellatio (minuto 7:48). Il film è una commedia horror-fantascientifica del 1988, Brain Damage – La maledizione di Elmer, di Frank Henenlotter. Probabilmente portatore sano di danni cerebrali, il regista e sceneggiatore racconta del rapporto tra il giovane Brian ed un parassita di forma fallica di nome Elmer.

TRRRIPLA… ANZI, SCHIACCIATADovevi essere morta (1986) di Wes Craven è un tipico horror degli equivoci. Ma nella scena della morte di Elvira, che si piazza al sesto posto, la “deceduta” è trapassata davvero (nel film), ve lo assicuriamo. E non per un gesto plastico alla Jack lo Squartatore, giammai: questa è pura scuola Michael Jordan. In gergo da pallacanestro: bomba!

NON DIRE PIRANHA SE NON L’HAI NEL SACCO – Precisiamolo subito: Piranha 3DD (2012) di John Gulager non va confuso col suo predecessore, assai più serio, ossia Piranha 3D (2012) di Alexandre Aja. Per capire il tono del film di Gulager, basti pensare al fatto che tra i protagonisti compare David Hasselhoff che interpreta se stesso: e non salva nessuno, se non il suo ciuffo. Tra le tante morti assurde dell’ultimo quarto d’ora, per il nostro quinto posto scegliamo la distruttiva parabola di un forcone. Lassù qualcuno non lo ama.

NIGHTMARIONETTA – Parliamo di Nightmare, ma non di Wes Craven. Il film in questione è il terzo della serie, I guerrieri del sogno (1987) di Chuck Russell. Freddie Krueger s’improvvisa macabro mangiafuoco per la morte di Philip, trasformato in marionetta. O forse è solo un’innocua passeggiata notturna?

NO PANNOCCHIA, NO PARTY – Il no Martini, no party di George Clooney ha un antesignano. Il contesto è la morte per pannocchia – terzo posto – del film I sonnambuli (1992), e soprattutto il suo epitaffio beffardo: no vegetables, no dessert. La regia è di Mick Garris, ma è interessante soprattutto che il film sia l’adattamento di un romanzo non pubblicato di Stephen King. Pare non fosse gradito ai vegetariani.

PROBLEMI INTESTINALIRe-animator (1985) di Brian Yuzna è un autentico splatterstick, con più di una sequenza memorabile. Uno studente di medicina inventa un siero per resuscitare i morti. Indovinate come si mettono le cose… Nel parapiglia finale, l’arma del delitto diventa l’intestino di un morto rianimato (minuto 9:00), così sgusciante da balzare sul secondo gradino del podio. Consigliato per chi ha una passione viscerale per l’horror.

I LIKE HOT GIRLS, BUT… DAMN! – Così un sagace utente di Youtube commenta il video della morte di Ashley e Ashlyn in Final Destination 3 (2006) di James Wong. Le due avvenenti ma irritanti donzelle finiscono abbrustolite dagli amatissimi lettini solari. Ma nell’intera serie di Final Destination ci sarebbe l’imbarazzo della scelta: a malincuore, ad esempio, abbiamo dovuto rinunciare alla scena del ragazzo strozzato dal filo della doccia. Ed è questa la final destination della nostra classifica, il primo posto.

Con due sorprese. Qualcuno si starà chiedendo perché abbiamo scelto 8 film, e non 10. Era per lasciare spazio ai “Premi della Critica”, ossia omaggi a scene non di morte, ma con gravi ferite, e soprattutto non provenienti da horror propriamente detti.

CATEGORIA HORROR COMEDY – COTTON COCK. O Non aprite quella patta, fate voi. In Scary Movie, di un regista dal nome troppo complicato per essere ricordato, siamo stati, come dire, “solleticati” da questa scena. Non potevamo restare sordi a tanta genialità.

CATEGORIA CARTONI ANIMATI – SENZA ESCLUSIONE DI POLLI. Nella note serie I Griffin, Peter si scontra con un pollo gigante. Come spesso accade in puntata, si tratta di una digressione, una sorta di “interpol(l)azione”. Ma, davvero, non potevamo includere lo scontro, a prescindere dal genere, nella nostra classifica: il pollo, pur sconfitto, sembra immortale.

(foto di copertina tratta da Black sheep – Pecore Assassine)

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Scritto da Antonio Maiorino.