New Legends of Monkey – Stagione 1 : La recensione
Serie australiana che unisce b-movies e qualità Netflix
Chi ha mai letto o visto Dragon Ball conoscerà già la figura dell’affascinante re delle scimmie che viaggia su una nuvoletta e combatte con un bastone allungabile, altrimenti nota come Son Goku; com’è anche possibile che le origini cinese di Goku siano ignote.
La figura ispiratrice del più famoso Super Sayan si chiama Sun Wukong ed è il protagonista de “Il Viaggio in Occidente”, un libro cinese del XVI secolo che raccoglie racconti più antichi, risalente all’ottavo secolo. Il Re Scimmia è inoltre una figura popolarissima nella cultura pop orientale, tanto che esiste una versione cinese di Iron Man ispirata a lui.
Anche senza familiarità con le mille diramazioni postmoderne del Re Scimmia si può gustare New Legends of Monkey, una delle ultime produzioni australiane uscite su Netflix.
La storia è molto semplice: in un mondo antico e sincretismo culturale dove popoli, tradizioni e leggende, Oriente e Occidente si mischiano in maniera spesso casuale (un’idea di mondo antico antistorica che deve molto a Trono di Spade) il dio Re Scimmia deve ritrovare dei preziosi manoscritti magici disseminati per il territorio prima che lo facciano i demoni che da questi manoscritti ne otterrebbero l’immortalità.
Con lui un magic team composto da altri due dei – con nomi che incutono ben poco timore sacro come Pigsy e Sandy – e dal monaco combattente Tripitaka che aveva eroicamente liberato Monkey dalla sua prigione (non è uno spoiler, è ovvio che Tripitaka libera Monkey altrimenti non sarebbe partita la serie).
Forse perché lontana dalle dinamiche produttive statunitensi New Legends of Monkey può permettersi di essere la versione Netflix dei telefilm d’avventura di Italia1 e TMC che andavano negli anni ‘90. Divertente, ironica, con una storyline semplice e dialoghi non troppo didascalici. In più un buona dose di combattimenti di arti marziali ed effetti speciali non proprio memorabili ma funzionali.
L’impronta Netflix si rivela nell’ammiccare postmoderno allo spettatore, nella sospensione della tensione drammatica con battute, smorfiette e situazioni quasi slapstick, nella ricercatezza nei costumi e nella durata, 10 puntate da mezz’ora circa l’una.
New Legends of Monkey ripronone anche la consueta caratterizzazione dei personaggi d’avventura. Personaggi positivi idealisti e determinati (come Tripitaka) o goffi ma alla fine capaci (Monkey e Pigsy); personaggi negativi dotati di quell’eccessivo prendersi sul serio che li fa diventare antipatici anche solo per l’eccessiva boria (purtroppo non tutti i villain possono essere dei Walter White).
Possiamo definire questa come una serie di serie B, non in senso negativo, ma perché consapevole dei propri limiti e del proprio essere sottilmente kitsch, come i b-movies.
A differenza della maggior parte delle serie che ambiscono ad essere dei capolavori e non riuscendoci, per deficienze di scrittura, produzione, ecc. risultano kitsch, New Legends of Monkey è un piccolo prodotto, divertente e sincero, con tante botte e magia, anche se sicuramente non rimarrà nella storia delle serie tv.
Antonia C. | ||
7 |
Scritto da Antonia Caruso.
Oddio, è un prodotto pessimo. Sei stata fin troppo generosa. Musiche banali, inutilmente cupe, sentite e risentite miliardi di volte e che entrano in un’inutile dialettica con gli ammiccamenti di cui parli, rendendo il prodotto da una parte incapace di generare tensione, dall’altra affatto divertente. Il soggetto permetteva di spaziare praticamente ovunque nella mitologia orientale, e invece c’è il deserto. E sarebbe bastato poco: appena qualche riferimento qua e là per strizzare l’occhio allo spettatore appena più colto. Talmente mal scritto che persino la leggendaria scanzonata irriverenza dello scimmiotto emerge appena. Il risultato è un gruppo di persone che mena assolutamente indistinguibile da qualsiasi altro gruppo di protagonisti di serie simili. Un fulgido esempio di come NON va realizzata una serie.