Il Biografilm Festival raggiunge la maggiore età e festeggia con un’edizione particolarmente attenta ai temi sociali, identitari e politici. La kermesse si svolgerà dal 10 al 20 giugno, riprendendo la duplice forma online e dal vivo già testata con successo nel 2021. Le sale bolognesi del Lumière, dei Pop Up Cinema Medica Palace e Jolly e del chiostro del complesso di Santa Cristina accoglieranno gli spettatori nel pieno rispetto delle norme anti-COVID, mentre le proiezioni su MYmovies saranno accessibili da tutto il territorio italiano.

L’immagine ufficiale dell’edizione 2022, un connubio tra fotografia e pittura realizzato da Giuseppe De Mattia, formatosi al Dams di Bologna, non vuole soltanto sottolineare il tradizionale legame tra il festival e l’arte contemporanea, ma anche evocare l’idea di una fruizione rinnovata e condivisa, in sella a un cavallo che è simbolo di curiosità ed empatia, libertà e avventura, con in più le decorazioni rosse ispirate ai segni propiziatori che i nativi americani effettuavano sui loro cavalli.

Chi vorrà partire al galoppo troverà, come di consueto, un’ampia serie di destinazioni – novanta, per la precisione. Nella sezione Concorso Internazionale si potrà per esempio riflettere sulla situazione libica con After a Revolution (Giovanni Buccomino, Italia); curiosare nell’enclave fuori dal mondo di Bukolika (Karol Pałka, Polonia); vedere con i propri occhi la brutalità della dittatura militare del Myanmar, raccontata dal collettivo di registi anonimi The Myanmar Film Collective in Myanmar Diaries (Norvegia, Myanmar, Paesi Bassi); oppure conoscere Pénélope, di cui la madre ha documentato il rapporto con l’autismo fino ai diciotto anni, in Pénélope, mon amour (Claire Doyon, Francia).

Anche restando nel Bel Paese, con la sezione Biografilm Italia si possono scoprire realtà estremamente diverse: da Nascondino, una rappresentazione accurata dei sobborghi di Napoli che cattura l’anima di un quartiere al contempo vituperato e spettacolarizzato (Victoria Fiore; Italia, Regno Unito); ad A noi rimane il mondo, che racconta le ramificazioni del lavoro creativo di Wu Ming (di Armin Ferrari, Italia); a Fortuna Granda, di Francesca Sironi, Alberto Gottardo (Italia), che narra le vicende di un gruppo di adolescenti iscritti a un istituto professionale aperto per combattere la dispersione scolastica a Goro, un mondo chiuso sul Delta del Po, dove tutti gli abitanti lavorano nella raccolta delle vongole; e infine a quell’Italia virtuale che tutti abbiamo conosciuto durante la pandemia, e che ritroviamo nei diari affidati a trecento studentesse e studenti di prima media perché raccontassero il senso dello scorrere del Tempo (Nulla di sbagliato, di Davide Barletti e Gabriele Gianni, Italia).

Spingendosi nell’Europa Oltre i Confini, si arriverà invece a Berlino, dove Clara, ricercatrice e docente apparentemente realizzata, deve fare i conti con le sue radici in un paesino della Germania orientale (Alle reden übers Wetter, di Annika Pinske; Germania); in Islanda, dove Addi, un ragazzo cresciuto dalla madre sensitiva, decide di introdurre nella sua comitiva un disadattato vittima di bullismo (Berdreymi, di Guðmundur Arnar Guðmundsson; Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Islanda); a Broadway, che non è la più celebre omonima newyorkese, ma un complesso ricreativo abbandonato ad Atene, occupato da una piccola comunità di danzatori, vagabondi, ladri e una scimmia in cattività (Broadway, di Christos Massalas; Francia, Grecia, Romania); e in Serbia, in un cantiere edilizio che diventa un luogo di scontro e di proteste, di lotta di classe e di appello ai principi morali. (Heroji Radničke Klase, di Miloš Pušić, Serbia).

La sezione Contemporary Lives ci porterà addirittura in Afghanistan, dove tre ragazze sognano di diventare sciatrici e rappresentare il loro Paese alle Olimpiadi (Melting Dreams, di Haidy Kancler; Finlandia, Austria, Slovenia); nella striscia di Gaza, a conoscere Riccardo, 24 anni, laureando in medicina dell’Università di Siena e primo studente al mondo a partecipare al programma “Erasmus” in questo complesso territorio (Erasmus in Gaza, di Chiara Avesani e Matteo Delbò; Spagna); nei Paesi Bassi, a incontrare Jason, vittima delle conseguenze di decisioni sbagliate imputabili al sistema penale minorile olandese (Jason, di Maasja Ooms, Paesi Bassi); o sell’isola di Ostrov, nel mar Caspio, i cui abitanti, abbandonati dallo Stato russo dopo il crollo dell’Unione Sovietica e ormai ridotti a una cinquantina, sopravvivono grazie al bracconaggio (Ostrov – Lost Island di Svetlana Rodina e Laurent Stoop; Svizzera)

L’apprezzata sezione Art & Music avvicinerà invece gli spettatori al fotografo Gian Paolo Barbieri (Gian Paolo Barbieri. L’uomo e la bellezza; Emiliano Scatarzi, Italia, anteprima mondiale); al coreografo Michael Keegan-Dolan (The Dance, di Pat Collins, Irlanda); e agli scrittori Joyce Carol Oates (Joyce Carol Oates: A Body In The Service Of Mind, di Stig Björkman, Svezia); Patricia Highsmith (Loving Highsmith, di Eva Vitija, Svizzera, Germania) e Paul Auster (Paul Auster – What If, di Sabine Lidl, Germania).

Fra gli Eventi Speciali spicca naturalmente The Princess, documentario su Lady Diana Spencer di Ed Perkins (Regno Unito), nonché film d’apertura del festival. Non saranno però da meno l’evento dedicato all’autore David Grossman (che presenzierà alla proiezione in piazza Maggiore di Grossman di Adi Arbel; Israele); Il gioco di Silvia, sul mondo del sex work (Valerio Lo Muzioed Emiliano Trovati; Italia, anteprima mondiale); Nel mio nome (Nicolò Bassetti; Italia), storia di tre ragazzi che iniziano la loro transizione di genere in momenti diversi delle loro vite e devono affrontare con coraggio gli ostacoli di un mondo strettamente binario; e Fuorigioco – Una storia di vita e di sport, documentario di Pier Paolo Paganelli dedicato a Giuseppe Signori, il Beppe-Gol tanto amato dai tifosi bolognesi quanto distrutto da un’accusa da cui, dopo un iter decennale, è stato scagionato “perché il fatto non sussisteva”.

Non potevano infine mancare le preziose rassegne che il festival organizza a ogni edizione: quest’anno ne sono protagonisti il regista Mark Cousins (già presente al Biografilm 2015 con I am Belfast) con The Story Of Film: A New Generation (Regno Unito), in cui il cineasta sviscera il cinema mondiale dal 2010 al 2021; The Story Of Looking, in cui, nell’attesa di un’operazione agli occhi, Cousins indaga il ruolo che l’esperienza della visione gioca nella vita individuale e comunitaria; e The Storms Of Jeremy Thomas (Regno Unito), sul leggendario produttore cinematografico (regista e produttore saranno presenti al festival). Ricchissima anche la retrospettiva Gianni Celati Poeta del Documentario, con documentari di Celati stesso e Davide Ferrario, e la maratona Yuri Ancarani, con otto titoli da Atlantide a Whipping Zombie. Il regista e video-artista incontrerà il pubblico domenica 12 giugno 2022 alle 19:30 nel Chiostro del Complesso di Santa Cristina.

Dulcis in fundo, tornano i Celebration of Lives Awards, che il Biografilm Festival assegna ai grandi narratori del nostro tempo che con le loro vite e opere hanno impresso un segno importante nella storia contemporanea. I premi verranno assegnato all’attrice Alba Rohrwacher, al produttore Jeremy Thomas e ai registi Diana El Jeiroudi e Orwa Nyrabia. Il festival si chiude il 20 giugno con la presenza della divina Fanny Ardant che presenta il film Les jeuns amants (Carine Tardieu, Francia) di cui è protagonista, e incontra il pubblico di Biografilm.

Modalità di accesso: i biglietti, carnet e abbonamenti per le proiezioni in sala (che prevedono distanziamento e obbligo di mascherina) sono disponibili su https://biografilm.18tickets.it/
Programma completo delle proiezioni in sala.
I biglietti, carnet e abbonamenti per le proiezioni online sono invece da acquistare su https://www.mymovies.it/ondemand/biografilm/accrediti/
Sarà possibile fruire la visione nell’arco delle 72 ore successive all’inizio della proiezione.
Programma completo delle proiezioni online.

Fonte: Biografilm Festival