Lo sapevate? Schermi d’Amore è tornato! Fresco di serata inaugurale al Teatro Ristori di Verona, il festival è nuovamente in programma da venerdì 15 a martedì 19 febbraio.

In rassegna dal 1996 al 2010, la kermesse nasce con l’intento di indagare gli aspetti del filone sentimentale e melò per poi approdare a una programmazione più generalista senza confini di genere. A riprendere le redini del Festival ritroviamo Paolo Romano, storico direttore della rassegna veronese, che ripropone la kermesse sottoforma di rassegna, abbandonando il palmarés e le giurie presenti nelle passate edizioni, a eccezione del premio alla carriera al regista Claude Lelouch, ospite d’onore alla proiezione di Un uomo, una donna prevista per martedì 19 febbraio.

Schermi d'Amore 2019

Il programma 2019 prevede 35 titoli internazionali divisi in categorie tematiche: particolarmente stimolante è la sezione “Passato/Presente” interessata a mostrare il cinema di gender con al centro personaggie femminili, denuncia politica e sei pellicole su quattordici dirette da registe. Tra le proposte di maggior risalto, Sofia (2018) di Meryem Benm’Barek-Aloïsi che nasce dall’intento militante di opporsi all’immaginario femminile patriarcale del Cinema Arabo. Segue la retrospettiva femme fatal “Tutte le Carmen del mondo” dedicata alle trasposizioni cinematografiche dell’opera di George Bizet. Spazio anche ai cortometraggi di “Amori in corto” in cui salta all’occhio George Lucas in Love (1999) storia dell’incontro tra il creatore di Star Wars e la sua musa ispiratrice.

La manifestazione trova poi la sua diramazione principale nella categoria “Amori impossibili nel genere fantastico”, un percorso fatto di legami differenti e interspecie che presenta capolavori e chicche davvero imperdibili: dalla meravigliosa versione di La Bella e la Bestia di Jean Cocteau all’opera rock Phantom of the Paradise di DePalma, passando per La Creatura della Laguna Nera e lo Starman di Carpenter, la selezione si presenta come una delle più forti della rassegna. Da non perdere anche la doppia proiezione di Il bacio della pantera nelle versioni di Jacques Tourneur (1942) e Paul Schrader (1982). C’è quindi la voglia di raccontare anche legami affettivi non binari, per questo risulta curiosa la mancanza di titoli prettamente legati alla sfera LGBT+ (se non trasversalmente nel corto Love Trip, 2009, e in Tha Shape of Water, 2017) con cui Schermi d’Amore avrebbe chiuso un cerchio necessario, specialmente per l’attuale clima politico.

Un cinema ritrovato, quindi, che va accolto e festeggiato con l’entusiasmo che merita. Per troppo tempo, infatti, la città di Verona è rimasta orfana di uno dei suoi appuntamenti culturali più significativi. Ma ora Schermi d’Amore è tornato e riparte sotto il segno di amori fantasy, classici da scoprire, impegno politico e grandi autori, con la speranza di non lasciarci mai più.