Parte oggi  Venezia 68° che avrà come madrina Vittoria Puccini e come star principale il divo per eccellenza della Biennale Cinema e del gossip, George Clooney.

Nonostante il cambio di atteggiamento delle istituzioni governative, con il nuovo Ministro della Cultura Galan che sostituisce il dimissionario Bondi con un sorridente entusiasmo, l’apertura della Mostra sembra accendere numerose polemiche.

Innanzitutto, facendo due passi al Lido, colpisce il cantiere del nuovo Palazzo del Cinema: un progetto iniziato tre anni fa per essere pronto, in teoria, quest’anno, ma presto interrotto per mancanza di fondi. La voragine aperta di fronte al Casinò per far posto allo sciagurato edificio mai nato, che oltretutto rende molto difficoltosa la mobilità dentro e fuori il Movie Village per i visitatori non muniti di accredito, è stata giustamente ribattezzata “buco della vergogna“, un buco fisico nel terreno lidense la cui esistenza consegue a un altro buco, quello del bilancio delle istituzioni culturali, avvezze allo spreco e prive di coerenza, un buco in cui sono precipitati 32 miliardi di euro senza possibilità di recupero.

A proposito di spreco, colpisce anche l’emorragia di denaro conseguente all’organizzazione del mega party all’Hotel Excelsior allestito in onore di Clooney, e quello ancor più faraonico dedicato a Madonna, l’altra grande star della rassegna, a dimostrazione che la Mostra della Laguna ormai è sempre più glamour e sempre meno culturale.

In ultimo, dando un occhio alla qualità del cinema italiano in Mostra, nonostante i molti nomi interessanti presenti nelle varie sezioni della rassegna, lascia perplessi il fatto che per inaugurare la restaurata Sala Grande sia stato scelto proprio un blockbuster come Box Office 3D di Ezio Greggio – un titolo, un programma – che dovrebbe prendere in giro questa ricerca del guadagno facile, ma finisce per accettarne tutti i compromessi, e visto che in sala non ha riso nessuno, sembra che lo stesso pubblico si sia accorto dell’inganno.

Tuttavia, noi erranti siamo ottimisti e speriamo in qualche bella sorpresa: parafrasando De André, qualche volta nasce qualcosa anche dai diamanti, e per cogliere dei fiori non c’è sempre bisogno di letame. Anche se, in questo caso, dentro il buco della vergogna possiamo trovarne tanto.

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