“Inception” merita l’Oscar.  Sì, lo so, leggendo qui pare che io abbia dormito durante la proiezione ma non fatevi ingannare dalle apparenze. “Inception” merita l’Oscar e ve lo dimostrerò.

Innanzi tutto è erroneo pensare che il valore del film sia solo intrinseco. Didascalico? Senza ritmo? Senza tensione? High budget,  un tripudio di effetti speciali e poco più? Ha le carte in regola per conquistare l’Academy. A me invece piace per il suo essere evocativo, per il potenziale comico inespresso. Fatto che non è certo passato inosservato. E proprio per questo “Inception” merita, e lo si può dire senza timori, l’Oscar per il film con più parodie dell’anno.

Centinaia di finti trailers circolano sul youtube, più o meno amatoriali ma tutti cliccatissimi. Non può che essere la dimostrazione di un sucCesso.

Prima di passare alla top three delle parodie, merita due parole di difesa questo “Asian Remake” ingiustamente bistrattato (uno dei commenti più gentili, probabilmente di un parente, recita così: “how the fuck can u make such a shit parody?”). Sostanzialmente una copia identica del trailer ma ambientata a Sidney e con attori asiatici. Parto della mente del giovane William Sung e della sua WillinovaTv. C’è del genio.

Passiamo quindi al podio. Al terzo posto “Inebriation” della Atomic Productions, casa di produzione creata da due adolescenti texani ricciuti e sovrappeso. Praticamente un Inception per alcolisti. Difficile distinguere sogno e realtà? No, difficile distinguere la sbronza dal dopo-sbronza. Scena cult: la vomitata di gruppo.

Al secondo posto lo straordinario “Contraception” della Bath Boys Comedy. “Last time they went into the mind…this time they are going into a vagina”. Ispirati dalla trottola fallica dell’originale, i Bath Boys danno vita a un team di “vagina security” irresistibile. Su tutti spicca Peter Gilroy nel ruolo di un persuasivo “cockblock”.

E al primo posto un gioiello tutto italiano, “Inception Berlusconi“, di due giovani lucani, Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi. Del film enfatizzano l’aspetto irreale e fantascentifico (al totoscommesse il ricco ereditiere che distrugge il proprio impero industriale è dato a 54, Silvio che si dimette di sua sponte a 330), oltre ad introdurre il geniale intervento di un finto Piersi, figlio indulgente.

Non resta che attendere il 27 febbraio. I bookmakers danno pronostici impietosi, il re balbuziente potrebbe sbaragliare la concorrenza ma voglio concedermi un sogno. Anzi, tre livelli di sogno. Nel primo il misterioso Banksy mascherato da scimmia fa irruzione sul palco del Kodak Theatre durante l’esibizione di Celine Dion e la divora. Nel secondo Jeff Bridges viene eletto in diretta nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. E nel terzo ci sono loro, Leo e Christopher, con la meritata statuetta: quella per il film più sfottuto dell’anno.

Scritto da Barbara Nazzari.

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