Shingo Araki, il mitico fumettista e animatore giapponese, autore del character design di alcune fra le più importanti serie animate televisive di sempre, da Lady Oscar a I Cavalieri dello Zodiaco, è morto ieri all’età di 72 anni.

Araki, nato a Nagoya il 1° gennaio del 1939, aveva esordito da fumettista nel 1957, a soli diciott’anni, sulla rivista Machi. Trascorse otto anni illustrando manga per le maggiori case editrici nipponiche, fino a che, nel 1965, cominciò a lavorare come animatore per la serie Kimba, il leone bianco, tratta dal manga di Osamu Tezuka.

Fu l’inizio di una lunghissima carriera, che lo vide all’opera su numerose trasposizioni animate di noti manga, da Tommy, la stella dei Giants (1968) a Rocky Joe (1970), da Ryu, il ragazzo delle caverne (1971) a Babil Junior (1973), da Devilman (1972) a Cutie Honey (1973), queste ultime due tratte da opere del celebre Go Nagai.

A cominciare da Sam, il ragazzo del West (1973) e Bia, la sfida della magia (1974), Araki ha lavorato principalmente come character designer, diventando presto uno dei più apprezzati professionisti del settore. Particolarmente degna di nota la sua storica collaborazione con la disegnatrice Michi Himeno, iniziata sostituendo Kazuo Komatsubara su UFO Robot Goldrake (1975, autore Go Nagai): assieme a lei lavorò ad alcune trasposizioni di enorme successo, fra cui i capolavori Lady Oscar (1979), ambientato al tempo della Rivoluzione Francese, e I Cavalieri dello Zodiaco (1986), nelle quali si occupò in genere della caratterizzazione grafica dei personaggi maschili, lasciando a lei quelli femminili. I due artisti fondarono insieme, nel 1975, la Araki Production.

Altri titoli che portano la firma di Araki come character designer sono Danguard (1977) e Lulù, l’angelo tra i fiori (1979) in coppia con la Himeno e Lalabel (1980) in solitaria, tanto per citarne alcuni, mentre come animatore si dedicò, tra le altre cose, alle due serie di Lupin III (1981 e 1983) e a Occhi di gatto (1983).

Identificato ormai, da un sempre più nutrito seguito di fan, con I Cavalieri dello Zodiaco – l’opera che meglio ne rappresenta lo stile grafico e l’ideale eroico incarnato negli anni da quasi tutti i personaggi da lui disegnati – dal 2002 ne realizzò con Michi Himeno il monumentale seguito, Saint Seiya – Hades, che fu interrotto e ripreso fino al 2008. Le generazioni più giovani ricordano i due artisti per Yu-Gi-Oh! (1998), la loro ultima creazione di successo.

Ora che Araki non c’è più, gli auguriamo di incontrare i suoi eroi nei Campi Elisi, quelli stessi in cui li aveva innalzati, quasi al rango di dei, in avventure epiche e piene di romanticismo, che hanno fatto sognare un’intera generazione di ragazzi.

Fonte: Corriere della Sera

Continua a errare con noi su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.