Il viaggio degli eroi di Manlio Castagna assolve efficacemente molteplici compiti: raccontare la storia dei “calciatori che fecero l’impresa”, l’Armata Brancazot che portò l’Italia alla leggendaria conquista della Coppa del Mondo 1982, e offrire al pubblico di oggi un modo per rivivere un mito nel quarantennale della vittoria, un ricordo a cui aggrapparsi per scacciare la delusione del mondiale saltato, ma soprattutto un senso di unità e collettività di cui l’Italia di oggi, dove tutto è polarizzato e divisivo, ha una necessità assoluta.

Il viaggio degli eroi

Indubbiamente ne aveva bisogno anche l’Italia del 1982, che cominciava appena a rialzarsi dalla crisi economica e sociale degli Anni di Piombo. E fu proprio questo il miracolo compiuto degli eroi: partire da un paese a pezzi, affrontare i media durissimi nella prima parte del torneo, quando la squadra non decollava, e trovare la forza nell’unità del gruppo, che, insieme al commissario tecnico e padre putativo Enzo Bearzot, scelse di trincerarsi dietro il silenzio stampa per recuperare la concentrazione e riuscì a compiere una vera e propria metamorfosi, regalando un sogno a cinquantasei milioni di compatrioti.

Il viaggio degli eroi

Manlio Castagna è un narratore sapiente e poliedrico in grado di spaziare dal cinema (da più di vent’anni è nell’organizzazione del festival di Giffoni, di cui dal 2007 al 2018 è stato vicedirettore artistico) alla narrativa (fra i tanti titoli, ricordiamo la saga di Petrademone; La notte delle Malombre; e il recentissimo Draconis Chronicon) e al connubio delle due cose (116 film da vedere prima dei 16 anni). La sua chiave di lettura non poteva che essere una delle teorie fondanti della narrazione: quella del viaggio dell’eroe, appunto, elaborata da Christopher Vogler sulla base delle idee di Joseph Campbell e divenuta ormai un caposaldo per scrittori e sceneggiatori.

Il documentario si articola dunque in tre atti (partenza, iniziazione e ritorno) per un totale di undici tappe (undici come gli eroi in campo, undici come la data del trionfo), dalla chiamata alla prima soglia, dalla prova centrale alla ricompensa, dalla resurrezione al ritorno con l’elisir. Le tappe sono impreziosite dalle animazioni di undici tra i migliori illustratori italiani, con il coordinamento artistico di Roberto Recchioni.

Il viaggio degli eroi

La scelta stilistica, unita alla voce perfetta del narratore Marco Giallini, crea una cornice ideale per i contenuti, che spaziano dai titoli dei giornali alle sequenze delle partite, dalle immagini dei festeggiamenti alle riprese di Sandro Pertini, che, in piedi sugli spalti, dichiarò con una gioia pura quasi da bambino: “Non ci prendono più!”, e poi: “È una delle miei gioie più grandi da quando sono Presidente della Repubblica”. Alle testimonianze di allora si aggiungono quelle di oggi: i ricordi di Giancarlo Antognoni, Giuseppe Bergomi, Antonio Cabrini, Bruno Conti, Claudio Gentile, Gabriele Oriali, Dino Zoff, le commoventi parole di Cinzia Bearzot, figlia del grande allenatore, e di Federica Cappelletti, moglie dell’indimenticabile e indimenticato Paolo Rossi, e i commenti di Roberto Mancini e Gianluca Vialli.

Il viaggio degli eroi

Dice Castagna: “Io spero che questo sia un portafortuna per tutti”. E la sensazione, guardando il documentario, è proprio quella: l’idea che, tutti insieme, ci si possa risollevare anche dopo aver toccato il fondo, che dallo spirito di squadra si materializzino un Rossi, un Tardelli e un Altobelli in grado di sconfiggere anche l’Ombra più temibile e che tutti, anche chi all’epoca non era ancora nato, possiamo lasciarci trasportare dal triplice climax di Nando Martellini: “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”

Dopo la proiezione-evento nelle sale il 20-21-22 giugno, Il viaggio degli eroi, prodotto da One More Pictures con Rai Cinema e Rai Com, verrà trasmesso su Rai Uno l’11 luglio alle 21:15, esattamente a quarant’anni dalla “notte del Bernabeu”.

Alice C.
9