A differenza di tante commedie sentimentali raramente esaltanti, spesso neanche particolarmente frizzanti, più simili ad una bibita sgasata che ad un prosecco, non ha superato l’esame delle nostre strategie distributive Take this waltz di Sarah Polley, interpretato da Michelle Williams, Seth Rogen e Luke Kirby. Il film fa parte, con merito, di quel filone, raro ma costante nella storia della commedia, delle commedie sentimentali amarognole e malinconiche, più meste che brillanti nel dipingere la quotidianità dei sentimenti e dei rapporti umani-

Take This Waltz è il ritratto di una giovane donna, interpretata con efficacia dall’ottima Michelle Williams, sposata con un simpatico, generoso e un po’ bambinone autore di libri di ricette a base di pollo (Seth Rogen, bravo a riprendere i personaggi tipici dei film più maturi del clan Apatow accentuandone la già presente vena malinconica); i guai per lei iniziano quando durante un viaggio di lavoro incontra il fascinoso vicino di casa (Luke Kirby, più affascinante che bravo), innamorandosene e entrando così in una crisi che la costringerà a scelte dolorose, a combattersi e ad avere -forse- una maggiore consapevolezza di sé e dell’inevitabile evolversi dei rapporti.

Sarah Polley riesce nel piccolo grande compito di rappresentare con efficacia sentimenti quotidiani e banali, senza schiacciare l’acceleratore degli eccessivi sentimentalismi ma anche senza l’eccessiva freddezza dell’osservatore troppo distaccato; che siano questi momenti di gioia, serenità e complicità (di una tenerezza infinita i piccoli quotidiani scherzi tra la protagonista e il marito, sintomo di una complicità più amicale che davvero amorosa), o che siano i momenti di smarrimento, di crisi e di lancinante riflessione. I tre protagonisti sono ciascuno con le proprie impercettibili responsabilità e ciascuno inevitabilmente in qualche modo vittima, mentre l’unico vero reale carnefice sembra essere la naturale evoluzione dei rapporti sentimentali e amorosi.

A metà strada tra le atmosfere dei film più maturi del club Apatow (come Five year Engagment e Questi sono i 40), di cui riprende il naturalismo dei sentimenti di fondo e la rappresentazione di personaggi alle prese con la propria immaturità e il disadattamento conseguente, qualche stilema Sundance e una leggerezza stilizzata che ricorda la poetica di autori come Truffaut, Take This Waltz è un tenerissima e divertente, attraversata da un’implacabile vena di malinconia fatalista, ricognizione sulla difficoltà di amare e di amarsi, e di vincere le battaglie contro il contrasto responsabilità/desiderio e contro la quotidianità che tutto spegne; che la regista impreziosisce con uno stile fantasioso e vivace, attento a dare importanza significante ad ogni aspetto della messa in scena, dai colori e dagli ambienti fino alla posizione dei personaggi nell’inquadratura e alla mobilità della macchina da presa

Edoardo P.Chiara C.
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Scritto da Edoardo Peretti.