Zerocalcare ha 29 anni e per un sacco di tempo ha fatto soprattutto fumettacci sulle fanzine fotocopiate e locandine per concerti punk hardcore. Oltre a un numero sterminato di autoproduzioni nel circuito dei centri sociali, ha collaborato anche con il quotidiano Liberazione (pagina delle illustrazioni, ormai chiusa), il settimanale Carta (chiuso), i mensili Canemucco (chiuso), e la divisione online della DC, zuda.com (chiusa). Tra le collaborazioni che non è riuscito a far chiudere c’è l’annuale antologia del fumetto indipendente Sherwood Comix, la Smemoranda, le riviste Mamma! e Internazionale.

Questa la nota in quarta di copertina che presenta in poche righe il background di Michele Rech, classe 1983, fumettista italiano che, dalla fine del 2011, si è imposto all’attenzione del pubblico, grazie anche al clamoroso successo del suo blog. La tradizione del blog a fumetti, genere particolarmente fiorente in Francia, è quasi completamente sconosciuta in Italia, fatto che rende ancor più marcata la notorietà ottenuta da zerocalcare.it. Il successo in rete è stato quasi immediatamente accompagnato da quello su carta stampata: La Profezia dell’Armadillo, il primo libro di Zerocalcare, prodotto dal disegnatore Makkox ed esaurito sin da subito, è attualmente alla sua sesta ristampa distribuita da Bao Publishing. Dalla collaborazione fra l’autore romano e la prolifica casa editrice di Milano, arrivano tutte le pubblicazioni successive: Un Polpo alla Gola nel 2012, Gran Guinigi a Lucca Comics & Games, Ogni maledetto Lunedì su Due, prima raccolta delle strisce online e l’inedito Dodici, in arrivo questo autunno.

Lo stile prettamente autobiografico, infarcito di citazioni e ispirazioni che spaziano dai fumetti ai cartoon anni ’90, dallo Cthulhu di Lovecraft alle serie tv americane contemporanee, è solo il più evidente degli elementi che hanno contribuito al grande successo di questo artista. Lo humour leggero ed estremamente gradevole lascia infatti ampio spazio a riflessioni più profonde, in un’altalena di sensazioni che rendono la lettura delle sue opere un’esperienza insolita e coinvolgente, specialmente per i figli degli anni ’80, che potranno ritrovarci frammenti del loro passato, ricordi perduti e situazioni sorprendentemente familiari.

La Profezia dell’Armadillo, primo volume cartaceo, si discosta abbondantemente dal blog, non tanto per lo stile quanto per i contenuti. Protagonisti sono, come sempre, l’autore e il suo amico armadillo, proiezione mentale della sua coscienza. La suddivisione in strisce, apparentemente slegate, alterna scenette collegate fra di loro in una catena di eventi che costituisce la trama principale. L’immancabile comicità e il tratto caricaturale dei disegni creano però, fin dalle prime vignette, una forte dissonanza con la vicenda principale: il flusso di ricordi che investe l’autore, dopo la scoperta della morte della cara amica Camille.

Un Polpo alla Gola riprende lo stile del primo libro, ma catapulta il lettore ai primi anni ’90, all’epoca dell’infanzia dell’autore. Protagonista è un giovanissimo Zero, insieme ai suoi compagni di scuola, in un continuo alternarsi fra presente e passato, a cavallo fra ricordi e rimpianti, scommesse impossibili e segreti inconfessabili. Un racconto forte e, ancora una volta, incredibilmente personale, magistralmente riassunto dalla laconica frase di copertina: “Ricorda: nessuno guarisce dalla propria infanzia.

Più leggera, a tratti, è l’ultima pubblicazione, Ogni Maledetto Lunedì su Due, raccolta delle strisce create per il blog, arricchita da alcune vignette cha fanno da filo conduttore, e dall’inedita A.F.A.B., storia che ripercorre i fatti di quel G8 di Genova, che tanto hanno influenzato l’autore e la sua produzione. “Io già li avevo presi gli schiaffi dalla polizia” racconta Zerocalcare nella bella intervista rilasciata a Wired a Gennaio, spiegando poi come lo shock vissuto in prima persona, in quei giorni così violenti, lo abbia portato a fare fumetti per l’esigenza di raccontare, con ironia e sarcasmo, quello che era successo: “A Genova pigliai gli schiaffi dalla forestale. Prima, nella storia, era successo solo all’orso Yoghi.”.

Dietro l’apparente frivolezza delle vignette di Zerocalcare emerge quindi la necessità di raccontare ed esorcizzare eventi e fatti legati alla propria sfera intima ed emotiva, in maniera genuina e spontanea, usando la pagina come fosse quasi un diario. Le ansie e i dolori dell’autore assumono, di volta in volta, forme differenti, così come gli amici e i parenti vengono presentati sottoforma di personaggi immaginari. L’universo di Zerocalcare prende vita, come in un sogno, dall’accostamento, apparentemente casuale, di elementi discordanti, che pur generando risultati divertenti, lasciano trasparire una forte amarezza di fondo. Il sorriso che sgorga incontenibile si tramuta, altrettanto rapidamente, in un’espressione scioccata di fronte alla spiazzante realtà di alcune indimenticabili tavole. Ed è probabilmente questo che cattura l’attenzione del lettore nei fumetti di Zerocalcare, il fatto di trovarsi di fronte a un artista che mette a nudo se stesso, in maniera tanto personale, quanto universale, tanto da far parlare di manifesto generazionale; un autore che, non a caso, ha scelto come alter ego un armadillo.

Ancora poco si sa dell’atteso nuovo albo, in uscita a Ottobre, a cui l’autore sta lavorando alacremente: stando alle poche indiscrezioni, Dodici dovrebbe avere come protagonista Secco, l’amico sfaccendato e pokerista di Zerocalcare, e una non ben definita invasione zombie a Rebibbia; chissà se vi prenderà parte anche il famoso mammuth. Non resta che aspettare ancora qualche mese per scoprirlo.

Scritto da Leonardo Ligustri.

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