Il 18 maggio 2013 si è spento il regista, produttore e attore russo Aleksej Oktjabrinovič Balabanov, a soli 54 anni. Nato a Sverdlovsk (URSS) il 25 febbraio 1959, diventa presto una figura di culto nel panorama cinematografico post-sovietico, soprattutto grazie alle sue pellicole sulla guerra russa in Cecenia come Brat (Fratello, 1997, vincitore del premio “miglior film dell’anno” in Russia), e Brat 2 (Il Fratello Grande, 2000). Per il film Pro urodov i ljudej (Of Freaks and Men, 1998) vince il prestigioso premio “Nika”.

La sua produzione, però, non tocca soltanto scottanti temi di politica, ma comprende anche un paio di adattamenti da opere letterarie: Sčastlivye dni (Giorni felici, dall’omonimo dramma di Samuel Beckett, 1991) e Zamok (Il castello, dall’omonimo romanzo di Franz Kafka, 1994). Il suo ultimo lavoro, Ja tože choču (Me too, 2012), non solo è stato presentato in Orizzonti all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, ma gli è valso il premio come “miglior regista” al Saint Petersburg International Film Festival.

In un’intervista per il canale NTV, il produttore Sergej Sel’janov ricorda che Balabanov stava lavorando ad un nuovo film incentrato sulla vita del giovane Stalin nel periodo in cui era un terrorista. Per questo progetto aveva quasi finito la sceneggiatura; le riprese sarebbero dovute iniziare il settembre prossimo (Per altri approfondimenti leggete QUI). Durante la sua ultima intervista (disponibile QUI), pubblicata proprio nel giorno della sua morte, il regista stesso parla dei suoi piani futuri, pur sentendo che la fine era ormai vicina:

Ne znajut – skučno v raju, ili net. Ja papu choču uvidet’. […] I radi papy ja gotov poskučat’ v raju.

Non si sa se sia noioso o meno in Paradiso. Vorrei rivedere mio padre. […] E per mio padre sono pronto ad annoiarmi in Paradiso.

Da tempo afflitto da una grave malattia cardiaca, muore d’infarto nel villaggio Solnečnoe, nei pressi di San Pietroburgo. Attraverso Facebook, anche Dmitrij Medvedev manifesta il suo cordoglio, esprimendo un giudizio estetico:

Fil’my Alekseja Balabanova- kollektivnyj portret strany v samye dramatičeskie periody ee istorii.

I film di Aleksej Balabanov sono un ritratto collettivo del paese durante i periodi più drammatici della sua storia.

Le esequie si svolgeranno il 21 maggio presso il primo padiglione del “Lenfil’m”. Per ricordare il regista da poco scomparso, il prossimo post di “Privet, Kino!” sarà dedicato a Gruz 200 (Cargo-200, 2007), sulfurea opera di dura ma ragionata critica al comunismo sovietico.

Scritto da Irina Marchesini.

Fonte: RaiNews; Vesti.ru

Continua a errare su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.