Se non avete dimestichezza con il Japanese Jazz ma l’idea vi piace, ecco un consiglio musicale che dovreste prendere in considerazione. Stiamo parlando dei Jazztronik, progetto musicale in costante evoluzione e dinamismo, creato dal pianista, dj e produttore musicale nipponico Ryota Nozaki. La storia del gruppo affonda le proprie radici negli ultimi anni ’90 e continua con successo negli anni Duemila, dopo essere stata scoperta dai più esclusivi club britannici e statunitensi.

L’ultima raccolta “live” del gruppo (verrebbe da dire orchestra, vista la composizione mista e non fissa dei suoi numerosi musicisti) è uscita alla fine del 2012 per Shichigosan Records e la potete trovare sulle piattaforme digitali con il titolo Jazztronik Studio Live Best. Il gruppo del Sol Levante colpisce per la capacità di mixare sonorità jazz (e nu jazz), ad altre dance o addirittura bossa nova e samba, dando vita a ritmi coinvolgenti ed atmosfere eccitanti. Miglior esempio di questa loro capacità è il brano Samurai, registrato nel 2005 ma rielaborato nella versione più “spinta” in questa raccolta: ritmiche concitate, spettacolari semi-assoli di pianoforte si integrano come per magia, armonicamente fusi dal groove del basso elettrico. Alchimia che risulta addirittura più forte e sicura nei live in giro per il mondo, per i quali vi consigliamo di guardarvene un paio su YouTube, dove anche i flauti stile Jethro Tull non mancano. Eppure, nonostante le contaminazioni dance e “club”, i Jazztronik non dimenticano di partire dal Jazz, cosa che fanno mirabilmente in molte tracce della raccolta, lasciando spazio al piano di Nozaki, pur facendo abile uso di fiati e vocalizzi da club, contaminando il tutto con il miglior repertorio dance-soul.

Tuttavia, ci sembra che alcune tracce di successo presenti nella raccolta siano state rielaborate in modo eccessivo, riducendo lo smalto che solo le “prime versioni” possono avere: è il caso di Mista Swing e Tiger Eyes dove ci sembra si sia esagerato con le integrazioni elettroniche. L’impressione è che in questo disco “live” i Jazztronik abbiano voluto rendere la loro musica ancora più da club, rischiando però di svilire la loro natura “concertista”. Così vi consigliamo anche qui di farvi un giro sulla discografia del gruppo perché i pezzi originali sono comunque di più facile ascolto e risultano più freschi, a volte rilassanti (come nella versione originale di Mista Swing, appunto).

Infine, a coloro che ameranno o già amano i Jazztronik consigliamo l’“appendice” alla raccolta, aggiunta in questi primi mesi del 2013: Jazztronik Studio Live Extra.

Scritto da Massimiliano Lollis.

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