Nel settembre del 2008 è iniziata negli States, trasmessa da FX, Sons of Anarchy, serie ideata e co-prodotta da Kurt Sutter, che scrive e collabora a tutti gli episodi, sedendo anche spesso dietro la macchina da presa. Se al momento in Italia il canale Fox sta trasmettendo la quarta stagione, negli USA ha avuto già termine, nel dicembre del 2012, la quinta stagione (sessantasei episodi totali, al momento). E, visto il crescente successo, è stata rinnovata anche per una sesta e una settima annata.

Impossibile “liquidare” cinque stagioni in un unico articolo; più utile e funzionale “tirare le somme”, a freddo, sulle prime tre, che formano a modo loro un trittico perfetto, un climax di eventi, complotti, doppi e tripli giochi, inganni e menzogne, che trova una sua conclusione appunto nel finale della third season, in cui il cerchio – o, meglio, un cerchio – si chiude.

Innanzitutto, chi sono i Sons of Anarchy? I membri di un (fittizio) club di motociclisti, che vivono nella immaginaria cittadina di Charming, nella Valle di San Joaquin, in California, e che spesso si riferiscono al loro club con l’acronimo SAMCRO, ovvero Sons of Anarchy Motorcycle Club Redwood Original. Ne sono membri principali il leader Clarence “Clay” Morrow, il figliastro Jackson “Jax” Teller, l’anziano veterano e cofondatore (negli anni Sessanta) Piermont “Piney” Winston e il mastodontico figlio Harry “Opie” Winston, il barbuto Bobby “Elvis” Munson, il viscido Alex “Tig” Trager, lo scozzese Filip “Chibs” Telford, il portoricano Juan Carlos “Juice” Ortiz. Altri personaggi fondamentali nello sviluppo degli intrecci narrativi sono l’anziano agente (amico del club) Wayne Unser e le due figure femminili, Gemma Teller Morrow – vera e propria “vedova nera” e mater familias – e la splendida Tara Knowles, rispettivamente madre (e moglie prima di John Teller, poi di Clay) e fidanzata di Jax, personaggio centrale di tutta la serie. Poi la nemesi del club delle prime tre stagioni: l’agente speciale Stahl, donna spietata e senza scrupoli, disposta a tutto, pur di raggiungere i propri scopi, anche e spesso personali. Le moto Harley-Davidson, poi, anch’esse personaggi, sono al centro delle inquadrature, sia quando rimangono parcheggiate fuori dal “quartier generale” sia quando vengono cavalcate dai cavalieri in giacca di pelle, anti-eroi senza tempo – caratteristici i campi lunghi che riprendono il club quando si sposta in gruppo, lungo le vallate californiane.

La prima stagione apre numerosi intrecci: familiari (Jax ha un figlio, Abel, dalla prima moglie, tossica, che è allontanata dal club), legati a SAMCRO (emergono alcune lettere private scritte da John Teller che innescano un meccanismo di dubbi e interrogativi che si protrae stagione dopo stagione) e ai loro affari, sempre più “sporchi” (i sons vendono armi illegalmente), da quando il club è guidato da Clay. Fino al tragico finale, in cui perde la vita la moglie di uno dei membri: evento che inevitabilmente ha in seguito forti ripercussioni sugli sviluppi e sui rapporti personali tra i singoli membri.

Nella seconda stagione, entra in scena la figura di Ethan Zobelle, ricco imprenditore a capo di un’associazione ultranazionalista: uno stupro è l’evento cardine che il club deve vendicare, mentre crescono le tensioni anche con l’organizzazione terroristica irlandese IRA, per via dei traffici di armi. E sono sempre faide personali e familiari quelle che segnano i fatti cruciali che si susseguono: un tragico rapimento chiude infatti la stagione.

E la terza non può che concentrarsi sulle ricerche. Il gruppo parte illegalmente per l’Ulster, una delle quattro province d’Irlanda, dove scopre che i vertici della capitale Belfast fanno il doppio gioco con Jimmy O’Phelan, uno dei “capi” dell’IRA. Un ambiguo e carismatico prete cattolico è figura centrale nella terza stagione, mentre, al rientro a Charming, Jax stringe un patto segreto – che naturalmente riserva delle sorprese – con l’agente speciale Stahl, per proteggere il club e sua madre, a patto che riescano a catturare O’Phelan. Nell’episodio 3×13, NS – Il cerchio si chiude, diretto da Kurt Sutter, si ha un capovolgimento: nulla è come sembra, il coup de théâtre arriva inaspettato, con un montaggio impeccabile; e la vendetta cala implacabile e spietata.

Molte questioni vengono risolte, molte linee narrative rimangono aperte e portate avanti nelle stagioni successive, in cui gli eventi seguono un declino inarrestabile, in una violenza sempre più fredda e determinata. E la serie – dopo cinque stagioni – continua a crescere, come davvero raramente capita in un prodotto seriale di così ampio respiro.

Scritto da Luca Pasquale.

Continua a errare su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.