Febbraio: tempo di Berlinale. Tutto è pronto per la 62° edizione della prestigiosa kermesse cinematografica della capitale tedesca.

Sul Red Carpet tante star: da Angelina Jolie con In the land of blood and honey sulla guerra dei Balcani, esordio della signora Pitt dietro la macchina da presa, a Robert Pattinson e Uma Thurman affascinanti protagonisti di Bel Ami (tratto dall’omonimo romanzo di Maupassant); atteso anche Captive del filippino Brillante Mendoza (Palma d’oro nel 2009 con Kinatay). Alla lungimirante iron lady Meryl Streep, andrà invece l’orso d’oro alla carriera.

Tra i quattrocento titoli presentati incuriosice Cesare deve morire, di Paolo e Vittorio Taviani, docu-fiction girata nel braccio di massima sicurezza di Rebibbia. Nella sezione Panorama (rispettivamente Special e Dokumentary), gli altri due italiani, entrambi sui tragici scontri di Genova 2001: Diaz – Don’t clear up this blood di Daniele Vicari con Elio Germano e Claudio Santamaria e The Summit degli emergenti Franco Fracassi e Massimo Lauria.

Programma fitto di appuntamenti e di pellicole ribelli (la rivolta è il fil rouge del festival), quello pensato per la sessantaduesima candelina di questa manifestazione che, anno dopo anno, continua il suo percorso controcorrente.

Scritto da Micol Lorenzato

Fonte: Chicago Tribune

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