Circolano ormai da tempo pensieri zoppicanti del tipo “Non conta cosa, l’importante è che si legga”, a cui fa il paio “È positivo che la gente riempia i cinema, qualunque film vada a vedere”. La dice lunga sul livello di sconforto raggiunto, oltre ad essere un utile argomento promozionale per i venditori di paccottiglia.

E invece no! Meglio il bricolage, il decoupage, l’Ikebana, qualsiasi attività piuttosto che cadere nelle forme di dipendenza cinefila sotto elencate! Descritte in termini medici perché sono, con tutta evidenza, forme patologiche e come tali vanno affrontate, con durezza e determinazione.

Patologia I – Sindrome “Step Up” (da grande voglio fare il ballerina)

Diagnosi: Il soggetto femmina fantastica di addominali piatti, celebrità, e schiere di corteggiatori. Il soggetto maschio fantastica di prese pubiche e incastri a forbice. Si presentano sintomi allucinatori come l’interazione (limonatoria) coi posters. Particolarmente grave la variante carampanesca del disturbo, spesso associata a tinte improbabili e ad accessori di Hello Kitty.
Trattamento: Si consiglia un workshop intensivo all’Accademia di Ballo Vaganova di San Pietroburgo, dove solerti scudisciate sulle giunture aiuteranno a chiarire il reale livello di passione per il mondo della danza.

Patologia II – Sindrome “Commando”
Diagnosi: Il soggetto è solito imbardarsi di tute mimetiche e bandane, atteggiare la bocca a smorfia stalloniana ed emettere versi alla Amendola (il buon Ferruccio). Convinto sostenitore della fisicità anabolizzata, dei processi sommari, della furia vendicatrice, vive una condizione di perenne frustrazione nei confronti della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, a cui guarda con sospetto. Il sogno della vita: affrontare un dittatore sudamericano e il suo esercito con la sola forza di un M60 e di battute taglienti.
Trattamento: Si consiglia la visione di The Expendables nella versione unofficial, coi maturi protagonisti senza trucco di scena.

Patologia III – Sindrome “Autumn in New York”
Diagnosi: Il soggetto, che l’educazione cattolica ha reso incline al martirio, sogna di amori minati da malattia, dolore, strazio e infine morte. Il soggetto è quasi esclusivamente femminile e nubile (si presume ancora per molto). La variante a lieto fine con gli amori burrascosi, le spose in fuga, i flirts via chat, i simpatici equivoci è prediletta dai soggetti con tormenti interiori che non vanno oltre la scelta ‘spritz con l’aperol o spritz col campari?’
Trattamento: Nel primo caso, perché nel secondo si dubita della possibilità di guarigione, si consiglia una cena a Palazzo Grazioli per nullificare ogni residuo di idealismo vetero romantico.

Patologia IV – Sindrome “Cado dalle nubi”
Diagnosi: Il soggetto, che guarda alla fila per Natale a Rio con malcelato senso di superiorità, si vanta di guardare film che fanno ridere con intelligenza – ma non troppo, che fanno riflettere sui problemi della quotidianità – ma non troppo, senza culi – purtroppo!, pensa nelle regioni più remote del subconscio.
Trattamento: Si consiglia una particolare variante della Cura Ludovico con somministrazione non stop, per 48h, dei passaggi più sconfortanti di Zelig Circus, Colorado Cafè e Panariello Live.

Coming soon!
Ridicolizzare blockbusters sempliciotti è troppo facile? Nella seconda parte di Guida alle perversioni cinefile: Lars Von Trier, Ferzan Özpetek, nuovo cinema iraniano e molto altro!

Scritto da Barbara Nazzari.

Continua a errare con noi su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.