Dispiace non riuscire a parlare bene di Ogni Maledetto Natale di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival e nelle sale da oggi; dispiace perché, perlopiù nella seconda parte, non mancano momenti divertenti, frecciate arrivate a destinazione e indizi dello stile Boris. Questi momenti felici però sono momenti troppo isolati, e non bastano a bilanciare difetti strutturali e pecche abbastanza evidenti, così come non nascondono la sensazione di avere assistito alla classica occasione sprecata e pure buttata un po’ lì.

Il film è diviso in due episodi, collegati dalla cornice della storia d’amore tra Giulia (Alessandra Mastronardi, brava come al solito) e Massimo (Alessandro Cattellan, non proprio a suo agio). I due neofidanzati passano la sera della vigilia e il giorno di Natale dalle rispettive famiglie: dalla rustica e caciarona famiglia contadina di lei prima, e dalla ricca e raffinata dinastia di lui dopo. I membri di entrambi i nuclei familiari sono interpretati dagli stessi attori (tra cui, Francesco Pannofino, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Corrado e Caterina Guzzanti, Laura Morante), i quali, in vena di trasformismo, si dedicano a entrambe le versioni del proprio personaggio, la “burina” e la “generona” (tanto per usare due termini cari alla romanità).

Il primo lungometraggio post Boris dei creatori della serie cult non funziona innanzitutto perché gli autori rimangono vittime degli stereotipi, non riuscendo a giocarci e a ribaltarli, ma rimanendone intrappolati: questo vale soprattutto per la prima parte, quella contadina, clamorosamente stereotipata e che lascia sconcertati per l’umorismo stantio e per personaggi che non vanno oltre la consistenza della macchietta banale. Va un po’ meglio nella seconda, che non brilla di certo per originalità, ma che regala più occasioni di colpire con una certa cattiveria e una comicità un pizzico più mordente, meno lontana dallo spirito della serie.

Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Ventruscolo si dimostrano quindi ancora acerbi, non in grado di gestire un lungometraggio -anche a livello di regia, come dimostrano la gestione dei tempi comici e la sensazione che si siano limitati a posizionare la cinepresa di fronte agli interpreti. Così, tocca agli attori salvare il film dal completo naufragio, quasi creandosi da soli i propri personaggi: a partire da uno straordinario Marco Giallini, la cui guardia carceraria psicotica e depressa è l’unico motivo d’interesse della parte contadina, fino al come al solito impeccabile Valerio Mastandrea -esilarante il suo rampollo preso da fervori religiosi. è anche un po’ per loro che dispiace parlare male di Ogni maledetto Natale.

Dispiace però soprattutto perché ci speravamo.

Edoardo P.
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Scritto da Edoardo Peretti.