Siamo alla fine dei tempi. “End Times” non a caso porta questo titolo così carico di reminescenze bibliche e apocalittiche. E’ uno scontro tra titani, il bene e il male che si fronteggiano ma difficile dire quale sia il bene e quale sia il male. Ma andiamo con ordine.

La famiglia di Walt è riunita a casa di Hank e Marie, protetti della DEA contro le presunte minacce del Cartello. Ma Hank non molla e continua ad accusare Fring. Usando le sue arti di provocatore convince il collega a perquisire la lavanderia che ormai da tempo sospetta essere centro operativo degli affari di Gus. Con tutta evidenza gli eventi stanno per precipitare.

Intanto Walt attende la morte. E’ più maturo di un tempo? Il suo discorso con Skyler potrebbe farlo credere: è pronto a pagare le conseguenze delle sue scelte. Ma non è così. Non c’è ragione, non c’è morale. Walt è sempre più ferino spirito di sopravvivenza. E’ bestia braccata nel suo appartamento, è furbizia disperata nello scontro con Jesse, è predatore maldestro nel suo tentativo, fallito, di uccidere Gus.

Un gioco delle parti tesissimo. Chi ha avvelenato Brock? E’ stato Gus per far ricadere la colpa su Walt e convincere così Jesse ad ucciderlo? E’ stato Walt per vendicarsi del sodalizio tra Jesse e Gus? E’ stato Brock stesso in uno sciagurato gioco? Per Jesse è momento drammaticissimo non solo per il bene che prova per Andrea e il figlio: questa sarebbe la seconda volta che qualcuno che ama muore per causa sua, sepur indiretta.

Da questo scontro non uscirà un colpevole e un innocente; solo un vincitore nel gioco della sopravvivenza, che più ha saputo piangere, urlare, argomentare, impietosire, insinuare. A lui Jesse ridarà, per l’ennesima volta, la sua fiducia e la sua lealtà. Ma se Walt è momentaneamente in vantaggio, Gus non è certo vinto. I suoi occhi un tempo avevano visto qualcosa in Jesse; ora forse intuiscono l’inganno.

E’ solo l’inizio della battaglia.

Scritto da Barbara Nazzari.

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