Tai Chi 0 di Stephen Fung: in diretta dalla 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (o, per gli amici, il Festival di Venezia 2012) ecco tutti i botta e risposta della conferenza stampa.

In sala stampa, Yuan Xiaochao, Angelababy, Eddie Peng, Tony Leung Ka-fai, Chen Kuo-fu (produttore) e il regista Stephen Fung.

Q: Il film è molto nuovo, le didascalie coi nomi dei luoghi e dei personaggi sono particolari, come mai questa scelta?

SF: Volevo fare un film giovane e pieno di energia, è qualcosa che abbiamo pensato di fare dopo la fine del film, ci abbiamo pensato a lungo e volevamo rendere il film interessante e non prenderci troppo sul serio. Abbiamo presentato i nosti attori come star ma anche come persone reali, abbiamo voluto sperimentare e speriamo che vi sia piaciuta questa scelta ironica.

Q: Tony Leung Ka-fai siamo abituati a vederlo in film d’autore ma sembra perfettamente a suo agio anche in questo film, ci racconta la sua esperienza?

TL: In 30 anni di carriera nessuno aveva scoperto il mio talento nei wuxia.Sono stato uno dei primi attori cinesi a godere  della possibilità di recitare in film d’autore e ora, da pre-pensionato, ho avuto la possibilità in questo genere e  ringrazio molto il regista per avermi ripescato a fine carriera, vorrei veramente ringraziarlo davanti a tutta la stampa internazionale.

Q: Angelababy qual è stata la sua funzione come donna nel film? Come è stata trattata durante le riprese, come una regina coronata di fiori?

A: Il Tai Chi è l’espressione massima del taoismo in cui l’uomo è l’acciaio acciaio e la donna è la delicatezza, per quello la mia femminilità ne è stata il riflesso. Durante le riprese ho goduto di un’atmosfera di gioia essendo sempre al centro dell’attenzione.

Q: Vorrei che diceste qualcosa sul protagonista “Lo Strano”, tipico della cultura cinese, interpretato da Yuan Xiaochao.

TL: Appena ottenuta la parte ho praticato Tai Chi per 2 mesi, mi sono impegnato moltissimo, dovendo impersonare il maestro. A ridosso delle riprese mi sentivo al massimo, mi davo il 100% fra recitazione e kung fu, poi sapevo che il protagonista è un emergente quindi pensavo di avere la vittoria facile con lui. Dopo averlo incontrato ho capito chi fosse, lui è un campione mondiale e allora ho capito cosa vuol dire fronteggiare un maestro e ho cominciato ad avere paura.

SF: Io sono molto amico con lui e visto che partiva da zero in campo cinematografico sono orgoglioso vedendo la crescita che ha avuto durante la lavorazione del film.

EP: Dovevo imparare prima l’etica delle arti marziali per poi imparare lo stile e fronteggiarlo, ma dopo mezzo anno di riprese non ho ancora capito molto, spero che vorrà insegnarmi più avanti.

Q: I seguiti di questo film sono già pronti? Quando li vedremo?

CK: Il secondo film sarà presto al cinema, tra il primo e il secondo passerà solo un mese, per la terza parte invece stiamo ancora lavorando. Il motivo per cui è nata la trilogia è perché, vedendo i serial americani di solito ci si entusiasma molto, ma poi bisogna aspettare molto tempo per vedere i seguiti. Abbiamo pensato quindi di girarli in contemporanea in modo da farli uscire rapidamente.

Q: La colonna sonora del film contiene pezzi rock e metal nonostante l’ambientazione sia antica, come mai questa scelta?

CK: In realtà l’idea di un film con musica rock lo avevo dai tempi di Detective Dee, che avete visto proprio qui a Venezia, ma il regista pensava che i tempi non fossero abbastanza maturi. Quando l’ho proposto a Fung, invece, non vedeva l’ora. Abbiamo sperimentato su molti fronti, con un po’ di timore certe volte, ma sulla musica abbiamo sempre avuto le idee chiare, anche per andare in contro ai gusti dei giovani.

Q: Come mai qui a Venezia avete scelto di portare la versione 2D e non quella 3D?

SF: Abbiamo deciso di dare ampia scelta al pubblico e produrre il film in 2D, in 3D e 3DX anche per far notare le differenze, sperando che vogliate rivederlo anche nelle altre versioni.

Q: Yuan Xiaochao è un campione olimpionico ma questo è il suo primo film com’è stata quest’esperienza?

YX: Sin da piccolo praticavo arti marziali e sono cresciuto così, ma la scelta del film è stata casuale. Sono partito comletamente da zero con una forte sensazione di mancanza e inferiorità e mi chiedevo spesso se la scelta fosse giusta. Vorrei ringraziare tutti quelli che me lo hanno permesso e spero di aver trasmesso l’essenza delle arti marziali attraverso la mia interpretazione.

Q: Si respira aria di modernità nel suo film, ma qual’è il suo rapporto con i maestri del passato?

SF: Sono un fan delle arti marziali e dei film del genere, ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni dei migliori tecnici nei miei film precedenti, tutti unici e diversi fra loro. Penso che in questo film io sia riuscito a trasmettere lo spirito del Tai Chi unendo elementi nuovi a quelli più tradizionali.

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