Quale tra i tuoi personaggi è stato il più difficile da scrivere?
Il più complicato è sempre stato Angel. Come rendere intrigante un eroe nobile, affascinante, leale? È complicato. Angelus, d’altro canto…
Joss Whedon su Reddit.com

A raccontare il vampiro con l’anima ci provano Joss Whedon e David Greenwalt, dal 1999 al 2004 showrunner dello spin-off di Buffy The Vampire Slayer dedicato a Angel. Abbandonata Sunnydale, il personaggio si trasferisce a Los Angeles dove fonda una sorta di agenzia dell’incubo dedita a sconfiggere le forze del male, tra atmosfere noir e detection investigativa. In attesa dell’apocalisse, il vampiro cercherà di contrastare le attività demoniache della Wolfram & Hart con l’aiuto di vecchie e nuove conoscenze.

La rappresentazione manichea del protagonista è presto scongiurata dalla capillare evoluzione di storie e personaggi: tra le storyline più sfaccettate ricordiamo l’evoluzione di Wesley e Cordelia, il ritorno dei villain Angelus e Darla e il legame tra Connor e Angel, ovvero percorsi ricchi di sfumature in cui è difficile categorizzare tra bene e male. Superato l’inizio da procedurale crime, non particolarmente esaltante, la serie sfrutta pienamente il suo potenziale narrativo a partire dalla terza stagione, grazie a un doppio arco stagionale di episodi back to back dalla fittissima trama orizzontale. La sapiente ramificazione permette a Whedon e Greenwalt di costruire un puzzle complesso in cui anche i tasselli più ostili – il rapporto tra Connor e Cordelia – trovano brillantemente un incastro all’interno della storia. I colpi di scena sono infatti una delle caratteristiche più avvincenti della serie, come i cliffhanger mozzafiato sull’identità della Bestia e l’ingresso di Illyria.

Un ecosistema narrativo che condivide temi e personaggi con BTVS – pensiamo alla redenzione di Angel e Faith o alla migrazione di Wesley e Cordelia – e ne sfrutta le possibilità crossmediali – i crossover tra Angel e Buffy -, indispensabili per la continuity e la fidelizzazione del fandom. L’arrivo di Spike a Los Angeles, ad esempio, permette agli autori di riutilizzare uno dei migliori personaggi del Buffyverse e di approfondire il rapporto conflittuale con Angel. Alcune storyline, però, non trovano il tempo per evolversi a causa della prematura cancellazione della serie. Il finale aperto, voluto da Whedon, ha comunque trovato una conclusione a fumetti, ennesima conferma della vitalità dell’universo whedoniano. Per quanto ci riguarda, la serie di Angel, assieme a Buffy e Firefly, rappresenta una tappa indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al Whedonverse.

Giacomo B.
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