Con la conclusione di Game of Thrones era facile intuire che i vari player nell’ambito della serialità si sarebbero scontrati nel territorio del fantasy al fine di trovare la nuova creatura in grado di sostituire una serie così amata. Uno dei primi tentativi più espliciti viene da Amazon e porta il nome di Carnival Row.

Carnival Row

Bellezza mistica – Carnival Row – Stagione 1: recensione

La prima cosa che salta all’occhio di Carnival Row è l’atmosfera di opulenza che permea la serie. I due attori protagonisti: Orlando Bloom nel ruolo dell’Ispettore Rycroft Philostrate e Cara Delevingne nel ruolo della fata Vignette Stonemoss, sono sicuramente una delle motivazioni maggiori per spiegare questa sensazione.

Un ruolo importante lo gioca anche tutto l’aspetto visivo della serie. Ogni set è ricco di dettagli e persone, ogni costume sembra raccontare una propria storia. Gli effetti speciali, sia prostetici che digitali sono di alto livello e rappresentano molto bene le varie creature che popolano Burque, questo il nome della città dove si svolge la serie.

Questo livello di dettaglio permane anche in altri ambiti: ogni personaggio o luogo sembra portarsi dietro un substrato di avvenimenti e leggende. Tutto collabora nel rendere l’ambientazione fantasy molto viva e ad immergersi nel mondo di Carnival Row. L’universo della serie, infatti, è sfaccettato e complesso, pieno di leggende, storie, credenze e nazioni. Forse è proprio per fare da contraltare a un’ambientazione così ricca e complicata che la storia e i personaggi sono invece molto più semplici.

Carnival Row

Tra squartatori e fate prostitute – Carnival Row – Stagione 1: recensione

La storia di Carnival Row è classica ma ben raccontata. Inizia con l’ispettore Rycroft all’inseguimento di un pericoloso serial killer che sembra colpire solo le creature fatate, o bruti. Gli umani usano questo soprannome dispregiativo per riferirsi alle altre creature. L’indagine di Rycroft si espanderà ben presto in un intrigo che andrà a scuotere le fondamenta politiche della città di Burque e permetterà all’ispettore di riallacciare i rapporti con una sua vecchia fiamma, la bruta Vignette.

Nell’avanzare degli episodi la storia finisce per includere svariati personaggi, le loro storie si andranno ad affiancare a quella della coppia di protagonisti. Due di queste meritano una menzione in particolare, la prima è quella che ha per protagonista Absalom Breakspear, cancelliere della repubblica di Burque, e racconta i vari intrighi politici che cospirano contro di lui. La seconda racconta invece di Agreus Astrayon, un bruto che è riuscito a diventare ricco e vuole completare la sua scalata sociale facendosi accettare dall’alta società di Burque. Questi due racconti procedono in parallelo alle avventure di Rycroft e Vignette e spesso risultano più interessanti della caccia al misterioso assassino.

I due protagonisti in particolare non riescono mai ad essere incisivi quanto il resto del cast, Vignette finisce per essere sballottata da un avvenimento all’altro ma le manca una forte personalità che la renda un personaggio veramente affascinante e non solo un modo per permettere allo spettatore di scoprire il mondo di Carnival Row. Discorso analogo si può fare per Rycroft che presenta un carattere un po’ monocorde. Nel corso della serie il personaggio viene però ben approfondito e riesce comunque a risultare interessante, finendo per essere legato a buona parte dei misteri che offre la serie.

Futuro promettente – Carnival Row – Stagione 1: recensione

Carnival Row usa il fantasy in modo molto efficace costruendo un mondo plausibile e che finisce per rispecchiare quello in cui viviamo. La paura per il diverso e l’integrazione tra culture differenti sono ovviamente i temi principali della serie, e Carnival Row non si fa problemi a parlarne anche se spesso in modo un po’ troppo didascalico. Si tratta di una buona serie, ben confezionata e con un mondo accattivante. La speranza è che saprà crescere nelle stagioni future.

Pier Francesco C.
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