Eccoci giunti alla seconda tappa del nostro viaggio cinematografico nel mondo di Harry Potter: la classifica di Natale giunge al podio con i quattro film più riusciti della saga. Riprendiamo il best of dal capitolo finale del franchise…

Harry Potter

#4. Harry Potter e i doni della morte – parte 2 (2011) di David Yates

Su Harry Potter e i doni della morte – parte 2 pesava l’onere di chiudere la saga senza deludere le schiere di fan già in preda al senso di abbandono – missione compiuta puntando nuovamente sull’impatto visivo, spesso condensando un po’ troppo trama e chiarimenti, ma comunque giungendo a un risultato decisamente godibile. La dimensione visiva e gli effetti speciali giocano quindi un ruolo fondamentale (eccezion fatta per l’epilogo, in cui l’effetto “diciannove anni dopo” poteva essere decisamente più curato), creando una pellicola che fagocita completamente lo spettatore. Qualche riserva invece sulle scelte registiche (pur non giungendo agli eccessi della prima parte, Yates fatica a bilanciare alcune sequenze inutilmente lente con il concitatissimo corpo del film) e soprattutto sulla sceneggiatura di Steve Kloves, storico adattatore dei romanzi già più volte criticato per la sua tendenza a revisionare i testi della Rowling, che qui esplode all’ennesima potenza con ridimensionamenti diegetici e soprattutto emotivi esagerati anche nell’ottica della compressione per l’adattamento.

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#3. Harry Potter e la pietra filosofale (2001) di Chris Columbus

Ogni saga ha un inizio, si sa, e dopo aver visto crescere Anakin Skywalker ci prepariamo a seguire l’evoluzione di Harry. Il primo adattamento cinematografico, complessivamente piuttosto fedele (anche grazie alla dimensione gestibile del libro), presenta la struttura tipica che i fan impareranno presto a riconoscere. Un lungo siparietto iniziale illustra la grama vita di Harry presso gli zii babbani (non-maghi) fino al catartico arrivo della lettera di ammissione a Hogwarts, che apre letteralmente le porte della magia al giovane e ignaro “ragazzo sopravvissuto”. Harry è infatti l’unico al mondo a essere scampato all’Anatema che Uccide, scagliato dieci anni prima dal Signore Oscuro (subito introdotto come l’arcinemico per eccellenza). Il viaggio sull’Hogwarts Express, il rituale dello smistamento nelle quattro case della scuola, i primi rudimenti di magia teorica e pratica, le partite di Quidditch e la nascita della profonda amicizia con Ron e Hermione preparano il cammino verso la prima grande avventura, la ricerca della leggendaria pietra filosofale nascosta nel castello per impedire a Voldemort di raggiungere l’immortalità. Un film ancora “per tutta la famiglia”, ma indispensabile per capire dove tutto è cominciato.

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#2. Harry Potter e il calice di fuoco (2005) di Mike Newell

Per il quarto capitolo approda alla regia Mike Newell, che regala alla saga uno sguardo finalmente britannico (dopo l’occhio americano di Columbus e quello messicano di Cuarón), ma anche “quattro campioni e un funerale”. Fulcro della trama è infatti il prestigioso Torneo Tremaghi, che vede giungere a Hogwarts i combattivi e virilissimi studenti bulgari di Durmstrang e le leggiadre allieve della scuola francese di Beauxbatons. Lo scenografico ed eponimo calice di fuoco sorteggia uno sfidante per ciascuna scuola, ma naturalmente oltre al poderoso campione di Quidditch Viktor Krum, all’eterea Fleur Delacour e al golden boy hogwartsiano Cedric Diggory (interpretato da Robert Pattinson, destinato a ottenere ruoli ancor più scintillanti) spunta anche il nome di Harry, pur al di sotto del limite minimo di età. Osteggiato dall’intera scuola, compreso il fido Ron, il giovane mago procede così lungo il cammino della crescita, che tra draghi, missioni subacquee e un insidioso labirinto lo porterà a un cruciale combattimento contro Voldemort, per la prima volta in forma corporea (cosa che dà finalmente pieno spazio alla bravura di Ralph Fiennes). La tragica conclusione lascerà penetrare la morte, quella vera e inappellabile, all’interno delle solide mura di Hogwarts, segnando una svolta nel percorso di Harry.

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#1. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004) di Alfonso Cuarón

Per il terzo capitolo della saga il testimone della regia passa al messicano Alfonso Cuarón, pronto a tingere di toni dark una storia sempre più cupa e adulta. Anche nel cast ci sono novità importanti: al compianto Richard Harris nei panni del preside Albus Silente subentra l’imponente Michael Gambon, ma arrivano anche l’ottimo David Thewlis nei panni del professore-licantropo Remus Lupin, un’Emma Thompson magistralmente squinternata nel ruolo dell’insegnante di divinazione Sibilla Cooman e soprattutto l’eccellente Gary Oldman nel ruolo di Sirius Black, presunto pluriassassino evaso dal carcere magico di Azkaban che a sorpresa diverrà poi un insostituibile punto di riferimento per Harry. Il sintomo più evidente della maturazione dei personaggi è proprio la scoperta del fatto che spesso nella vita le cose non sono come appaiono, nemmeno gli animali domestici apparentemente innocui. I tagli al romanzo (pur autorizzati da J.K. Rowling) sono compensati da efficaci pennellate horror e da effetti speciali davvero ben orchestrati.

QUI la classifica dei peggiori film di Harry Potter.

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