“Spellbound”. Dopo un inizio non esaltante, la quarta stagione di True Blood ha finalmente intrapreso una strada che ha un senso: una minaccia ben definita e potente, Antonia -che ha anche qualche ragione per avercela personalmente coi vampiri-, un’evoluzione coerente del ménage Eric-Sookie -ma discutibile: rivoglio al più presto Eric letale e nerovestito-, qualcosa da fare per Tara.

Il cliffhanger dello scorso episodio si risolve in modo prevedibile ma giusto: Jason riesce a salvare Jessica dal meeting with the sun, e l’incantesimo si interrompe appena in tempo per trasformare la furia omicida di lei in un bacio liberatorio per il suo salvatore. Confusa ma non troppo, Jess si decide a lasciare Hoyt, ma non va esattamente come aveva sognato (lui in lacrime che la implora e lei che, esasperata, gli fracassa la testa): furioso, Hoyt le rinfaccia di tutto di più e la sbatte fuori casa. Jessica si conferma uno dei personaggi più riusciti: la sua ingenua sincerità, dettata, lo sappiamo, da reali tormenti interiori, si scontra con la comprensibile rabbia di Hoyt e poi con l’impulsività di Jason, che non trova di meglio da fare che farsi prendere dal panico e cacciare di casa la povera vampira in cerca di rifugio.

Intanto Bill, ormai sano e salvo, mette in atto le sue doti persuasive: prima con i telespettatori, poi direttamente con Marnie/Antonia, chiedendole un incontro in pace per stabilire un accordo che non faccia altri morti. Ma nessuno dei due è così stupido da arrivare effettivamente disarmato: la strega con la sua crew; Bill con Sookie ed Eric, che gli hanno giurato fedeltà, con Pam, di nuovo esteriormente in forma, e con gli umani della sua scorta, immuni agli incantesimi della necromante. Per qualche motivo che non ho capito Eric decide di partire in quarta eliminando un’umana à la Russell, e da lì si scatena l’inferno. Resa confusa (anche a noi spettatori) dalla nebbia evocata da Antonia, la battaglia volge rapidamente a favore della strega: Sookie si fa sparare (ma Alcide, che ormai è il suo angioletto custode, la recupera, con il comprensibile disappunto di Debbie), e ciò distrae sia Bill, che finisce nell’argento, che Eric, fermato dall’”incantesimo del cagnolino” di Antonia.

True Blood funziona quando è ben amalgamato il mix tra personaggi divertenti e coesione (anche parziale, non si può avere tutto dalla vita) delle storie: il plot principale continua a funzionare, anche se questa battaglia è molto meno coinvolgente dell’ultimo scontro “a distanza”; Lafayette medium potrebbe regalare bei momenti, ma la madre tornata dal mondo dei morti non è molto originale, mentre Tommy e i suoi sotterfugi rimangono noiosi; sulla rivelazione, non troppo sorprendente, che il capobranco Marcus è l’ex marito di Luna rimaniamo scettici: sarà roba per Sam, quindi difficilmente esaltante.

Insomma, episodio un po’ sottotono, che spreca minutaggio in trip lisergici (Eric e Sookie che si bevono a vicenda) invece di usarlo per farci vedere più botte e sangue nel finale.

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Scritto da Chiara Checcaglini.