New Iberia, Louisiana. Mentre sono in corso le riprese di un film sulla guerra di Secessione, il detective locale Dave Robicheaux, che sta indagando sull’efferato omicidio di una prostituta minorenne, scopre, all’interno di una palude, il cadavere decomposto di un uomo di colore incatenato: questo porta alla mente del poliziotto un doloroso ricordo del passato, ma al tempo stesso egli si convince che esista un legame fra i due casi.

Al suo primo film girato completamente negli Stati Uniti, il maestro francese Bertrand Tavernier, grande ammiratore del cinema americano fin dai tempi della critica, sceglie di adattare il romanzo di James Lee Burke Nell’occhio del ciclone, posticipando la vicenda di circa una decina d’anni, nella Louisiana devastata, fisicamente e moralmente, dall’uragano Katrina.

Forte di un’ambientazione davvero azzeccata, In The Electric Mist mette in scena il senso di colpa di una nazione costretta a saldare i conti con il proprio passato di razzismo e di violenza, a lungo nascosti dietro il perbenismo e le bugie, attraverso le metafore del cadavere che riaffiora dalla palude e dei soldati confederati che appaiono nelle visioni del protagonista, incoraggiandolo a seguire la strada giusta. Il precario equilibrio fra realtà e sogno nel quale il detective si muove, pur mantenendo un rigore morale paragonabile soltanto ai personaggi incarnati da Clint Eastwood, permette a Tavernier di alternare il registro realistico a quello onirico con estrema disinvoltura, sopperendo con una regia di grande personalità alle imperfezioni della sceneggiatura e dando così vita a un’opera affascinante e molto coinvolgente, intrisa della cultura popolare e del misticismo che caratterizzano i luoghi in cui si svolge la storia.

Gran parte del merito spetta anche a un cast ispirato, a cominciare dal sempre più bravo Tommy Lee Jones, la cui interpretazione del tormentato detective, in lotta con i propri demoni interiori, si mantiene su livelli di sobrietà espressiva davvero encomiabili. Al suo fianco, l’eterno John Goodman nella parte di un boss criminale locale coinvolto nella torbida vicenda, un convincente Peter Sarsgaard in quella di una star di Hollywood alcolizzata in trasferta in Louisiana, e uno stuolo di eccellenti caratteristi del Sud, fra i quali spiccano il corpulento Pruitt Taylor Vince, nel ruolo di un vicesceriffo depresso, e lo storico batterista di The Band Levon Helm, che regala al personaggio del generale sudista una dignità e un romanticismo epici.

Presentato in anteprima al Festival di Berlino nel 2009, questo film ha purtroppo sofferto di una distribuzione tormentata, che lo ha visto nelle sale soltanto in Francia mentre nel resto del mondo, Stati Uniti compresi, è uscito direttamente in DVD: in Italia, addirittura, con due anni di ritardo. Una vergogna che si commenta da sola.

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