Annata come al solito ricca, il 2013 ha visto essere trasmessi cartoni davvero degni di nota. Riprendiamo in mano e diamo quindi un ultimo sguardo ai titoli più meritevoli, fra quelli passati in rassegna durante gli scorsi 365 giorni.

Shingeki no Kyojin
Versione televisiva dell’omonimo manga di Hajime Isayama, Shingeki no Kyojin segue le vicende di un’umanità che si è rinchiusa in città-fortezze per sfuggire all’attacco di esseri antopomorfi giganti i quali, comparsi dal nulla, hanno iniziato a cibarsi e a far strage di esseri umani. Buon equilibrio di azione e atmosfere angoscianti, si tratta di un anime che, alla lunga, risulta interessante più per alcune belle trovate (l’attrezzatura utilizzata per combattere i giganti; le ricerche, a metà fra lo scientifico e l’alchimistico, condotte sui giganti catturati) che non per la storia stessa, la quale si sfilaccia abbastanza in fretta.

Aku no Hana
Superato l’impatto con l’inusuale, almeno per gli anime televisivi giapponesi, tecnica di animazione – ovvero quel rotoscopio che tanto può dare sui nervi per l’impressione di irrealtà eccessivamente verosimile che solitamente trasmette – Aku no Hana, letteralmente I fiori del male (eh) risulta un anime conturbante e repellente al tempo stesso, studio psicologico di personaggi dall’animo non proprio limpido e storia d’amore a tre dai contorni che dal quotidiano sfociano nel patologico.

Free!
L’anime con la più alta concentrazione di fan service maschile di tutti i tempi. E noi non si può fare a meno di osservare affascinati, puntata dopo puntata, i deltoidi scolpiti e gli adduttori levigati dei quattro protagonisti, nuotatori agonistici alle prese con i soliti problemi adolescenziali, mentre si flettono, si tendono e sbrillucciano inumiditi d’acqua clorata. Tutto il resto – intreccio, animazione, colonna sonora – è inesorabilmente secondario (pur se tranquillamente una spanna sopra il minimo sindacale). Un guilty pleasure senza rivali.

Kill la Kill
L’anime che salverà gli anime, il nuovo Gurren Lagann, il futuro dell’animazione giapponese: è stata definita in molti modi la prima serie televisiva prodotta dallo studio Trigger (fondato da Hiroyuki Imaishi e Masahiko Ohtsuka, già figure di spicco della Gainax), ma, stringi stringi, quello con cui si ha a che far,e puntata dopo puntata, sono delle ragazzine (e occasionalmente ragazzini), dotati di vestiti superpotenziati, che si spaccano di botte in un contesto parafantascientifico-scolastico. Come se non bastasse, il fanservice è esageratissimo e continuo, e i temi e gli sfondi dei combattimenti sono via via sempre più fetish. Parodia parossistica? Bieco sfruttamento commerciale degli stereotipi più trivi dei cartoni nipponici? O semplice quanto spassoso giro di giostra? Nel dubbio, lo si guarda e riguarda con piacere (più o meno colpevole).

Samurai Flamenco
Masayoshi Hazama è un fotomodello che decide di diventare un super-eroe mascherato, senza aver alcun potere, capacità o gadget particolari. Un cartone inaspettatamente brillante, che si inserisce in una crescente tradizione di rilettura dei generi televisivi classici giapponesi (operazione già riuscita brillantemente a Unofficial Sentai Akibaranger), dai tempi comici lisci quanto stralunati.

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Scritto da Gualtiero Bertoldi.