Lady Oscar torna in vita grazie alla storica matita di Ryoko Ikeda. Anzi, ad essere precisi sembra che sarà André a resuscitare, in un prequel che la celebre mangaka ha preparato per l’anniversario della rivista shojo Margaret della Shueisha. Una Lady Oscar senza Oscar? Lo sapremo solo quando potremo leggere le tanto agognate 16 pagine della one-shot dedicata alla Rosa di Versailles che sarà ospitata proprio dalla stessa rivista che aveva visto l’inizio della storia nel 1972. Intanto facciamo un piccolo viaggio a ritroso nel tempo alla riscoperta di questa opera d’arte dell’animazione nipponica.

Versailles no bara (Lady Oscar) è stato uno degli anime di maggiore successo della TV italiana, trasmesso  la prima volta su Italia 1 a partire dal 1982 e poi replicato fino allo sfinimento sulle reti Mediaset.

Si può dire che la storia di Oscar, eroina divisa tra identità femminile e ruolo maschile, rientra in parte nei canoni dettati da Osamu Tezuka, con il suo celebre Ribon no kishi (Principessa Zaffiro): l’eroina è androgina (Oscar è figlia di un generale che desiderava un erede maschio, e come tale la tratta e la cresce) e a causa della sua natura ibrida deve spesso mantenere segreta la sua vera identità (Oscar più che celare la sua identità femminile deve decidere nel suo intimo se vuole essere uomo o donna); viene affermata la convinzione che il mondo femminile abbia le stesse possibilità di realizzazione di quello maschile (Oscar raggiunge la sua posizione di capitano delle guardie reali perché è superiore a qualsiasi uomo che abbia aspirato a quella posizione, anche se dovrà continuamente dimostrare il proprio valore sul campo); equivoci, sotterfugi, amori difficili sono elementi costanti (Oscar nelle sue vesti maschili sarà amata da dame e cortigiane, mentre nelle sue vesti femminili sarà l’oggetto del desiderio del suo amico d’infanzia André e, al tempo stesso, aspirerà all’impossibile amore del conte Fersen).

Nel caso di Lady Oscar ci troviamo però di fronte a una storia drammatica: anche se gli eventi luttuosi sono affrontati dai personaggi con dignità, una sensazione di morte incombente aleggia su ogni episodio e lascia presagire il tragico destino che attende le protagoniste. Non solo Oscar, ma anche, e soprattutto, Maria Antonietta, regina di Francia, qui ritratta come una donna fragile trascinata da un destino più grande di lei.

Se pure è possibile leggere l’intera serie come il tentativo, da parte della protagonista, di scoprire e affermare la propria identità più profonda, non bisogna dimenticare che Lady Oscar è comunque un’opera più complessa rispetto ad altri anime “di genere” e allo stesso Ribon no kishi. Versailles no bara (Lady Oscar) è, in effetti, una sorta di romanzo storico a cartoni animati di alta maturità stilistica destinato ad un pubblico decisamente adulto.

Nella serie animata la rilettura del complesso periodo che ha portato alla rivoluzione francese è visivamente ammorbidita dal tratto pieno ed elegante di Shingo Araki, ma rimane la crudezza degli eventi che travolgono i personaggi e li cambiano, nel bene e nel male.

Come si inserirà questo prequel nell’economia narrativa della storia? Sembra che Ryoko Ikeda abbia deciso di raccontare la storia di André prima del fatidico incontro con Oscar. Una sorta di racconto dell’attesa, la storia prima della storia.

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