Topolino Superman in La grande caccia nello spazio, film d’animazione del 1982 prodotto dalla Filmation, narra le peripezie dell’intrepida Perla Candida, regina di un popolo di topi spaziali in fuga dal malvagio gatto Harry Senzacuore, che aspira a dominare l’universo con la prodigiosa Macchina della Fine del Mondo. Toccherà a Supertopo, intrepido e onnipotente eroe cosmico, salvare la bella e sventare i piani diabolici del cattivone.

Assemblando diversi episodi della serie The Great Space Chase – segmento sci-fi del Saturday Morning Cartoon del 1979 The New Adventures of Mighty Mouse and Heckle & Jeckle – fino alla durata di un lungometraggio, la Filmation di Lou Scheimer tenta di sfruttare il boom della fantascienza dei primi anni Ottanta, susseguente al trionfo della saga di Star Wars, per rilanciare sul grande schermo uno dei suoi personaggi televisivi di punta: il risultato è però, in questo caso, fallimentare.

La qualità dell’animazione, innanzitutto, se in tv si poteva considerare accettabile, al cinema risulta imbarazzante, non solo a confronto con la Disney, ma anche con analoghe produzioni giapponesi. Il lavoro di editing è ridotto al minimo, la staticità delle immagini e la piattezza dei fondali (altrove punto forte dello stile di Scheimer) sono disarmanti, l’uso delle animazioni ripetute esagerato. Non che sul piano narrativo questo film funzioni meglio: a una sceneggiatura troppo confusa e frammentaria, corrispondono mediocri caratterizzazioni, gag fiacche, tempi comici sbagliati. La sola idea vagamente interessante, quella della Macchina della Fine del Mondo, non è sfruttata a dovere, e finisce per naufragare in un mare di sciocchezze.

Gli stessi personaggi incarnano stereotipi già visti troppo spesso, ai quali non è facile affezionarsi. Si tratti della damigella in pericolo, del villain megalomane o del suo stupido braccio destro (il grasso Swifty), nessuno presenta caratteristiche originali; men che meno, il protagonista Mighty Mouse – un incrocio particolarmente sbruffone e odioso fra Mickey Mouse e l’Uomo d’Acciaio, creato negli anni Quaranta da Paul Terry per una serie di cortometraggi animati di ben altra fattura – denominato appunto Topolino Superman nel lungo titolo italiano, ma poi inspiegabilmente chiamato Supertopo nei dialoghi, con un’incoerenza al limite del demenziale.

Flop nelle sale americane, dove visse una seconda uscita come proiezione mattutina per bambini, nel nostro Paese Topolino Superman ebbe una distribuzione cinematografica assai ridotta, e finì molto presto fagocitato dall’allora floridissimo mercato del VHS. A parte l’anomalia del titolo, il doppiaggio italiano non è però così scadente, e vanta la presenza del bravo comico Gastone Pescucci come stridula voce di Harry Senzacuore.

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