Tre anni dopo il successo di Shrek, la DreamWorks torna al cinema con l’attesissimo seguito, presentato, in concorso, alla 57° edizione del Festival di Cannes. Arrivato da noi a Natale, Shrek 2 ha entusiasmato e fatto sorridere il pubblico, grande e piccolo, sfatando definitivamente il secolare mito dell’orco cattivo. Al seguito di Shrek ritroviamo il fedele Ciuchino e tutta una serie di vecchi e nuovi personaggi che vanno a comporre una colorata e insolita banda. Ma come ogni favola che si rispetti cominciamo con: “C’era una volta…”.

Il principe Azzurro, convinto di salvare la bella Fiona dal castello, trova invece ad attenderlo il lupo di Cappuccetto Rosso, il quale gli spiega che Fiona è già stata salvata. I due orchi, neo sposi, si stanno godendo una luna di miele alquanto insolita, quando la famiglia della principessa li richiama a palazzo. In una sorta di “Ti presento i miei”, il povero Shrek dovrà vedersela con gli insidiosi regnanti di Molto Molto Lontano, e con il bramoso Azzurro e la sua fata madrina. Oltre al fidato Ciuchino, sempre pronto a dire la sua, solitamente a sproposito, Shrek potrà contare sull’aiuto di un nuovo, peloso amico.

Dopo il successo della prima pellicola, la Dreamworks cerca nel tentativo di superarsi in quella che sembra essere una corsa al miglioramento, e così, fin dalle prime immagini, Shrek 2 si conferma un prodotto decisamente riuscito. Sulla solida base del primo film, la società di Glendale si perfeziona sotto tutti gli aspetti: migliori le animazioni, che raggiungono un livello di dettaglio e di fluidità eccellente; migliori i personaggi, che cominciano ad assumere tratti caratteristici; migliore la storia, farcita di golose citazioni, e di numerosi camei di tutto rispetto. Il doppiaggio originale, molto di più di quello italiano, contribuisce a dare uno spessore notevole ai protagonisti confermando che, anche in un film di animazione, la recitazione conta. Gioca un ruolo fondamentale l’inserimento del Gatto con gli Stivali, nuovo alleato di Shrek, vero e proprio cardine del film e punto di partenza della storia e delle numerosissime gag. A farla da padrone, anche in questo secondo capitolo, è l’umorismo dissacrante che prende di mira i classici della fiaba, stravolgendoli o ridicolizzandoli. E così, l’arma più affilata del Gatto non è il fioretto, ma lo sguardo languido, e il suo peggior nemico le palle di pelo. Si ride e si sorride di gusto per la canonica ora e mezza, senza un attimo di tregua, proprio perché ogni parte gioca bene il suo ruolo, senza passi falsi e senza cadute di stile. Tutto questo condito da una colonna sonora, briosa e coinvolgente, che accompagna lo spettatore per tutto il film, dal gustoso inizio (Accidentally in Love – Counting Crows) allo scoppiettante finale d’insieme (Livin la vida loca – Eddie Murphy, Antonio Banderas). Shrek 2 ha riscosso nel mondo il medesimo successo del suo predecessore, fatto non replicato nei due deludenti, successivi seguiti.

Curiosità:

  • La sequenza iniziale, piena di citazioni, include:  la scena di “Da qui all’eternità” considerato il bacio più bello del cinema, fra Shrek e la Sirenetta, con conseguente brutta fine di lei; la forgiatura dell’anello, con la scena del lancio, che richiama “Il Signore degli Anelli“.
  • La cattura di Shrek da parte dei contadini nasconde due citazioni: la prima ed evidente è il bacio tratto da “Spider-Man“. La seconda è quella del combattimento di Fiona che sfodera due dei colpi più famosi del videogioco Street Fighter: uno Spinning Bird Kick e uno Shoryuken.
  • La scritta “Far Far Away” sulla collina è un chiaro rimando a quella di Hollywood.
  • Nella sequenza della camera da letto di Fiona si vede il poster di un certo Sir Justin, chiaro riferimento a Justin Timberlake, che darà la voce ad Arthur nel terzo capitolo della saga.
  • Durante il loro incontro, Shrek e il gatto lottano, e quest’ultimo, dopo essersi arrampicato dentro la maglia di Shrek sbuca fuori dal petto, con un chiaro riferimento ad “Alien“.
  • Durante la fuga dalla fata madrina, il gatto perde il cappello, ma lo recupera prima che la porta si chiuda in perfetto stile Indiana Jones.
  • La creazione del grande omino di pan di zenzero richiama quella di Frankenstein.
  • La trasmissione Knights che gli amici di Shrek guardano nello specchio magico è la parodia della trasmissione Cops.
  • La scena in cui Shrek chiama Fiona dal vetro è un riferimento a “Il laureato“.
  • Sul finale, Ciuchino e il gatto cantano Livin la vida loca di Ricky Martin,  il gatto si esibisce in una scena tipica del film “Flashdance“, e Pinocchio balla come Michael Jackson.
  • Esistono vari video con protagonista il gatto con gli stivali, fra i migliori segnaliamo questo e questo.
  • Un video contenuto nell’edizione speciale richiama lo show americano American Idol.
  • La end title scene ci mostra che anche Ciuchino si è dato da fare con la sua dragonessa, con risultati alquanto particolari.
  • Il film si trova, inoltre, al 13º posto nella lista di film che hanno incassato di più nella storia del cinema.
  • Per sponsorizzare l’uscita italiana del film, l’edizione del 16 dicembre 2004 de La Gazzetta dello Sport uscì colorata completamente di verde, anziché del classico rosa.
  • William Steig, autore del libro originale da cui è stato tratto il film, è morto durante le riprese, e il film gli è stato giustamente dedicato.

Scritto da Leonardo Ligustri.
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Davide V.
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