In questo periodo di isolamento sociale forzato e di ansia da limitazione della libertà individuale, niente di meglio per consolarsi che seguire le avventure liberatorie di donne coraggiose. Cinema Errante vi propone cinque serie in streaming che esplorano in modo diverso e transnazionale tematiche femministe. Go girls!!!

serie femministe

Feel Good

La breve serie dramedy creata dalla comica canadese Mae Martin può essere un buon passatempo queer. Mae – comica che fa stand up in un oscuro locale – si innamora perdutamente e velocemente di una sua spettatrice George (Charlotte Ritchie). Ben presto le due scopriranno di non sapere molto l’una dell’altra: mentre George è alle prese con le difficoltà della sua prima relazione non-eterosessuale (tra bugie agli amici e a sé stessa), Mae non rivela subito il suo passato di addict e la sua complicata vita famigliare (nei panni della rigida mamma di Mae, ritroviamo una sempre splendida Lisa Kudrow). Pur con alcuni scivolamenti e fatiche, Feel Good offre una rappresentazione divertente e interessante della dinamica di relazioni e generi “fuori dalla norma”. [Lucia Tralli]

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Glow

Una ampia comunità di donne, fra Los Angeles e Las Vegas, che negli anni Ottanta si riunisce per produrre lo show televisivo Gorgeous Ladies Of Wrestling, ovvero GLOW. La serie, prodotta da Netflix, propone tre stagioni tutte da gustare, ed articola in modo raffinato sia le singole personagge che le loro complicate relazioni. GLOW scava in modo complesso sulle varie identificazioni possibili, mantenendo sempre la capacità di lavorare su più toni, spostandosi fra registri drammatici e comici con agilità e sapienza. Spettacolo ed emozioni sempre al massimo, e quando avrete finito potrete leggere la recensione della terza stagione e ricominciare daccapo! [Ilaria De Pascalis]

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The Morning Show

La serie prodotta e interpretata da Jennifer Aniston e Reese Witherspoon vi regalerà alcune ore di intensa distrazione. Morning Show narra la complessità di un caso di molestie sul lavoro: quando l’amatissimo di uno show mattutino per famiglie, interpretato dal sempre pazzesco Steve Carrell, viene accusato da una giovane collega di molestie, l’intero team viene travolto dalle ripercussioni della vicenda. La serie non dispensa assoluzioni, ma riesce a raccontare in maniera sorprendentemente accurata le mille ramificazioni della violenza, e della mascolinità tossica. E offre uno spaccato quantomai realistico di cosa vuol dire per molte donne navigare in un mondo lavorativo patriarcale, tentando di sopravvivere. [Lucia Tralli]

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Unhortodox

Serie Netflix parzialmente in yiddish, ispirata all’omonimo romanzo di Deborah Feldman, Unhortodox è la storia di una rinascita. La protagonista Etsy Shapiro è una giovane donna cresciuta senza madre nella rigida comunità chassidica ultra-ortodossa del quartiere di Williamsburg a Brooklyn, dove alle donne non è permesso cantare, scrivere, o suonare musica. Etsy, pur rispettando la comunità e i suoi valori religiosi, non riesce ad adattarsi alle limitazioni imposte alle donne chassidiche. Sarà l’amore per la musica e la disillusione di un matrimonio combinato a darle il coraggio necessario per scappare e trovare rifugio a Berlino, città dove anche sua madre ha scelto di vivere dopo aver abbandonato la setta ultra-ortodossa. La serie tratta temi complessi e difficili – come l’idea di libertà, la religiosità e lo spettro dell’Olocausto in Europa – con sensibilità e rispetto. Non ci sono buoni e cattivi, ma solo persone complicate e alla ricerca del proprio posto nel mondo. Etsy, fragile e forte, impulsiva, determinata e coraggiosissima donna, ci insegna a vivere libere, rifiutando ogni catalogazione. [Elena D’amelio]

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Vida

Il 26 aprile si inaugurerà negli Stati Uniti su Starz la terza e – ahinoi – ultima stagione di Vida, splendida serie che ha per showrunner Tanya Saracho. Grazie alla scrittura eccellente, ci si affeziona rapidamente a* personagg* della serie, ambientata a Boyle Heights, Los Angeles: persone diverse per appartenenza culturale, desideri, identificazioni di gender, posizioni politiche, ma spesso accomunate dalla fallibilità, dall’intensità delle loro emozioni e sensazioni, e dalla capacità di ammettere i propri errori. La storia delle due sorelle Lyn ed Emma e delle altre personagge include questioni come la pornografia non consensuale, la dipendenza, il lutto, il postfemminismo, l’appartenenza alla comunità queer, senza mai perdere intensità e capacità di coinvolgimento. [Ilaria De Pascalis]

BONUS: I consigli della Dottora

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