Le avventure del Governatore ritornano in The Walking Dead con Dead Weight, secondo episodio di raccordo volto a riallineare l’antagonista al presente narrativo dei nostri eroi. Nella prima parte si gioca ambiguamente col sottotesto della redenzione: il Governatore si è ribattezzato Brian, è quasi ammogliato e vive un intenso transfert emotivo con la figliastra, sosia perfetta della sua bambina morta. Il nuovo nucleo familiare viene accolto da una comunità di sopravvissuti, dove si insedia stabilmente iniziando a mettere radici. In questa fase il tema degli affetti familiari fornisce una chiave di lettura alla sete di sangue del Governatore – e alla sua repentina cessazione – che suona più o meno così: “Disperato per la distruzione della mia famiglia sono diventato davvero molto cattivo; ma ora che ho trovato altre persone care, per amore loro sono improvvisamente tornato buono”. La copertura salta però piuttosto in fretta, rivelando senza molte sorprese che il nostro villain è ancora il solito pazzo omicida, pronto a scatenare la distruzione su coloro i quali avranno la sfortuna di incrociare il suo sentiero.

E infatti nel giro di poche scene il Governatore ha già recuperato quasi tutte le abitudini dei vecchi tempi: eccolo uccidere esseri umani come mosche, prima in preda a un raptus incontrollabile, poi guidato dal freddo calcolo. Il passo successivo è restaurare il suo regime dittatoriale, assassinando gli eventuali oppositori e inquadrando subito gli elementi peggiori dell’oligarchia militare con cui stringere alleanze. Carico del suo magnetismo ultrafascista, non riesce a impedire a se stesso di diventare ancora una volta il re del campo; come a Woodbury, dispensa bugie ai suoi sudditi, cercando di convincerli ancora una volta che il male è là fuori e che solo sotto la sua guida saranno al sicuro; e naturalmente si accompagna a una donna ignara, incapace di intuirne la psicosi. Unica differenza rispetto al precedente regime: questa volta le armi sono concesse anche alle amazzoni del gruppo.

L’episodio racconta la restaurazione del potere criminale del Governatore, riservando poche altre sorprese. Si rileva la presenza di volti abbastanza noti della televisione, tra cui Kirk Acevedo (Oz, Law & Order, Fringe) e Enver Gjokaj (Dollhouse, Dexter). La nuova leva Alanna Masterson sembra avere qualche chance di sopravvivenza nel ruolo di Tara (sicuramente più della sorella fidanzata con il Governatore) e gli autori le hanno anzi già affibbiato la compagna d’armi Alisha, senza però mai dire esplicitamente che le due donne formano una coppia lesbica. Molto felici le pillole di apocalisse zombie incastonate qui e là come piccole gemme, che comprendono in ordine sparso: una mandria di Walkers (anzi, di Biters) impantanata nelle sabbie mobili; un omicidio perpetrato per mezzo di una fossa piena di morti viventi; la scarnificazione dello stinco di uno zombie, le cui carni molli rimangono in mano all’inesperta Tara; le teste non morte di alcuni uomini decapitati, ancora animate di ferale non vita; e per finire il cadavere di Pete incatenato al fondo del lago, trasformato in zombie acquatico per la gioia sadica del Governatore.

Questo episodio non serve solamente a raccordare la storia del Governatore con quella in corso nel fortino-prigione di Rick, ma ha anche la funzione di reset button nella vicenda del Big Bad. Con Dead Weight ritroviamo l’antagonista in una posizione molto simile a quella occupata prima di incontrare Rick e i suoi, ossia a capo di una comunità che sbaglia a fidarsi di lui e che eseguirà i suoi ordini quando avverrà l’inevitabile aggressione ai danni dei personaggi “buoni”. Così come il precedente Live Bait serviva soprattutto a colmare fuori tempo massimo lo spazio di un flashback che non c’era mai stato durante la terza stagione (quello in cui lo spettatore incontra il Governatore nelle vesti di mansueto padre di famiglia), questa unità narrativa riprende quanto di incompiuto rimaneva lungo la strada che separa la caduta di Woodbury dalla prigione, annullando il finale della scorsa stagione. Ecco dunque il cattivo nuovamente in forze e pronto a ripetere all’infinito le sue azioni; e allora speriamo che questa volta la spada di Michonne si abbatta tarantinescamente sul suo occhio sano.

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