L’episodio 4×13, Alone, diretto da Ernest Dickerson e scritto da Curtis Gwinn, abbandona i ritmi lenti del precedente Still, per recuperare la struttura a blocchi narrativi di Claimed.

Di questo nuovo episodio si salva purtroppo (e ancora una volta) ben poco: stucchevole è la canzone pop-rock che apre e chiude circolarmente la narrazione; stucchevoli sono quasi tutti i dialoghi, in particolare, questa volta, quelli tra Maggie, Sasha e Bob; stucchevoli sono ormai le domande rituali (e lo erano già quando le abbiamo sentite pronunciare da Rick la prima volta) che Daryl pone a Bob nell’inspiegabile e inspiegato flashback iniziale; stucchevole è il bacio tra Sasha e Bob, che apre a nuovi giochi amorosi; stucchevole è diventato il personaggio di Beth, che fortunatamente per il momento sparisce; stucchevoli sono le dissolvenze sparse qua e là, che allentano il passaggio tra i vari blocchi narrativi; anche il titolo rischia di essere fuori luogo, perché qui nessuno è “solo”, se non per brevi attimi narrativi (a meno che non si intenda il solito retorico discorso che “alla fine tutti siamo soli con noi stessi”, ma allora potremmo intitolare così qualunque episodio).

Qualcosa di discreto comunque c’è: il minuto di silenzio di fronte alla tomba ottocentesca di un “beloved father” qualunque, in cui Beth rivede il proprio “amato padre”; l’interrogativo aperto su chi viva nella casa in cui giungono Daryl e Beth e rapisca quest’ultima, salvandola dagli zombie; la buia e claustrofobica notturna sequenza, che vede Daryl sfidare il canonico gruppo di erranti.

Con Rick, Carl e Michonne ancora a riposo, così come Carol, Tyreese e le “loro” bambine, l’attenzione e la curiosità dello spettatore finiscono con il concentrarsi sui nuovi personaggi introdotti: i folkloristici Abraham, Eugene e Rosita, che però qui non si vedono, e Joe e il suo nuovo gruppo, in cui si imbatte Daryl nel finale.

E ovviamente ci sono grandi aspettative sulla destinazione di Terminus, dove presumibilmente (quasi) tutti i personaggi principali prima o poi si ritroveranno, forse ormai nel finale di stagione, vista la lentezza con cui gli sceneggiatori hanno deciso di riallacciare le fila di tutti i nostri eroi. Quasi certamente Terminus sarà la nuova situazione ambientale nella prossima stagione, il nuovo luogo di raccolta, dopo la fattoria di Hershel, la prigione e la cittadina di Woodbury. E chissà se reggerà il confronto?

La speranza continua a essere quella che, tra nuovi personaggi e nuovi intrecci, le sorti di The Walking Dead rivivano i fasti di una volta, poiché, purtroppo, ultimamente l’alta qualità del serial sembra smarrirsi gradualmente sempre più.

Scritto da Luca Pasquale.

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