Lo scorso 11 novembre 2013 è stato un giorno particolarmente importante per i fan dei Beatles! Quel giorno, infatti, la Apple ha pubblicato On Air: Live at the BBC Vol. 2, una raccolta in due dischi che comprende le esibizioni live del gruppo alla BBC negli anni 1963-64, e che segue a ruota il precedente Live at the BBC, compilation pubblicata nel 1994.

Tra il marzo del 1962 e il giugno del 1965 l’attività musicale del quartetto era decisamente intensa: costretti a turni estenuanti e a viaggi su e giù per l’Inghilterra per tenere fede alla scaletta dei concerti programmati, i Beatles mantenevano in quegli anni un ritmo di lavoro stupefacente. Nel solo 1963 suonarono in ben 39 programmi della BBC, registrando in un unico giorno 18 canzoni per il programma Pop Goes the Beatles, per un totale di poco meno di sette ore. Questa compilation ci riporta proprio in quegli anni ruggenti, quando ancora si suonava praticamente in presa diretta, senza la minima possibilità di correzione di errori (quel che si faceva, si faceva, altro che audio editing!).

Il doppio disco contiene 37 brani (originali e cover, di cui alcune inedite) inframezzate dalla voce dei Quattro di Liverpool, che spesso dialogano con gli speaker dell’emittente radiofonica britannica. La qualità dei brani è indiscutibile, così come la loro portata rivoluzionaria. Eppure, è ancora lecito chiedersi quale sia lo scopo di una compilation del genere, oltre alla ghiotta e naturale occasione di marketing per la casa discografica. C’è ancora qualcosa di nuovo da scoprire sui Beatles?

Per i fan (molto spesso al limite del fanatismo), il doppio disco rappresenta, come ovvio, l’ennesimo feticcio per aggrapparsi a quegli anni spensierati in bianco e nero, tra signori con la pipa, cabine telefoniche in ghisa e interminabili fila di ragazzine esagitate nelle cantine, dove si suonava, si sudava e si piangeva di gusto. Il ricordo di epoche passate, la passione vintage per quel singolo dettaglio che, come una tessera di un mosaico, può costruire l’immagine, spesso artificiale e falsata, di quegli anni.

Per tutti gli altri ascoltatori, questa compilation può essere invece l’occasione per rispolverare e talvolta scoprire la straordinaria freschezza di esecuzione del gruppo, e la vena rock and roll che la band attingeva direttamente dalla storia musicale più recente. Le cover inedite come I’m talking about you (Chuck Berry) e Beautiful Dreamer (Jerry Lee Lewis) sono quelle che colpiscono particolarmente. Questo ci ricorda, infatti, di come anche il gruppo pop più rivoluzionario del Novecento sia partito proprio da lì, dalle cover.

Questo disco ci lascia così una certezza: anche grazie all’interpretazione dei brani più amati dal pubblico, i Beatles furono in grado di crescere e di creare, e di diventare quello che sarebbero diventati nel corso di pochi, convulsi e gloriosi anni. Non era il caso di preoccuparsi del resto: a quello ci avrebbe pensato la Storia, dai fumosi club di Amburgo su su fino alla cima dell’Olimpo del pop.

Scritto da Massimiliano Lollis.

Fonte: la Repubblica

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