Cinema Errante Awards, i nostri Oscar dedicati al meglio del cinema, della musica e delle Serie TV 2012.

In occasione degli Awards 2013 abbiamo una sorpresa speciale: l’assegnazione di un premio alla carriera all’attore o attrice che secondo noi lo meriterebbe davvero. Chi ci segue con una certa costanza si sarà già fatto un idea del nostro candidato favorito…

And the Oscar goes to…

Leonardo DiCaprio! Non c’è che dire: DiCaprio è stato, anche quest’anno, il grande escluso dagli Academy Awards, ed è difficile capire il motivo di questa scelta, dal momento che ha sempre dimostrato, in tutti questi anni, sorprendenti capacità recitative. Vediamo, rapidamente, quali sono stati i ruoli grazie ai quali ha guadagnato la fama planetaria.

Il ragazzino povero e socialmente problematico. I trentenni di oggi ricorderanno sicuramente la sua apparizione televisiva nella settima stagione di Growing Pains (Genitori in blue jeans), una sitcom statunitense prodotta tra il 1985 e il 1992. Il personaggio di Luke Brower sembra quasi un’anticipazione del ruolo che gli verrà assegnato più spesso durante la carriera. Interpreterà questa parte in This Boy’s Life (Voglia di ricominciare, 1993), a fianco di Robert De Niro, ma soprattutto in What’s Eating Gilbert Grape (Buon compleanno Mr. Grape, 1993), dove recita assieme alla scoppiettante (e scoppiata) coppia Johnny Depp – Juliette Lewis. Qui DiCaprio è Arnie, un ragazzo quasi diciottenne mentalmente ritardato dalla nascita; per questa sua ottima performance, ottiene le nomination ai Golden Globe e agli Oscar come migliore attore non protagonista, ma, come racconta la storia, l’occasione sfuma. Negli anni successivi non abbandona la tipologia di personaggio a lui ormai cara: nel 1995 porta in scena la vita del poeta e musicista punk Jim Carroll in The Basketball Diaries (Ritorno dal nulla) e, per la regia di Agnieszka Holland, l’esistenza travagliata di Arthur Rimbaud in Total Eclipse (Poeti dall’inferno). Sarà l’adolescente piromane Hank in Marvin’s Room (La stanza di Marvin, 1996) a fianco di Meryl Streep, Diane Keaton (entrambe nominate all’Oscar), e, ancora una volta, Robert De Niro.

L’uomo dei sogni. DiCaprio cresce, e i registi decidono evidentemente di sfruttare la sua bellezza, oltre che bravura, di cui ha già dato ampia prova. Prima di prender parte al pluripremiato Titanic (1997), successo stellare in cui la coppia Jack Dawson – Rose DeWitt Bukater (Kate Winslet) ha fatto sognare milioni di adolescenti (sempre i trentenni di oggi!), DiCaprio è stato il Romeo di William Shakespeare’s Romeo & Juliet (Romeo+Giulietta, 1996) di Baz Luhrmann. Per questo ruolo viene premiato al Festival di Berlino nella categoria miglior attore. Sempre diretto dal regista australiano, siamo ora in trepida attesa di vederlo in The Great Gatsby. Assieme a Kate Winslet, però, l’abbiamo già rivisto in Revolutionary Road (2008), un film che non ha ricevuto un giudizio omogeneo dalla critica, ma che merita moltissimo, soprattutto per poter apprezzare la solidità dell’unione, a livello cinematografico, tra DiCaprio e Winslet, nonostante qui i loro personaggi siano ben distanti da quelli del kolossal che li ha consacrati.

Il sodalizio con Scorsese. DiCaprio ormai ha una certa esperienza anche nei film ambientati in epoche diverse, persino in costume. Ricordiamo, ad esempio, la sua espressività nei due ruoli, contemporanei e opposti, di Re Sole e di suo fratello gemello in The Man in the Iron Mask (La maschera di ferro, 1998). Forte di questa esperienza, partecipa come protagonista nel film di Martin Scorsese Gangs of New York (2002), insieme a Cameron Diaz. La collaborazione col regista di origine siciliana si rinnova nel 2005 con The Aviator (qui DiCaprio è candidato nella categoria miglior attore protagonista, dopo aver vinto il Golden Globe come miglior attore drammatico, ma neanche questa volta riesce a ottenere il prestigioso riconoscimento), e poi nel 2006 con The Departed. Risale al 2010, invece, il thriller psicologico Shutter Island, un gioco di scatole cinesi all’interno della mente del personaggio, che regge quasi esclusivamente grazie alla grandissima interpretazione del nostro. Anche in questo caso, siamo in attesa di vedere il film di prossima uscita The Wolf of Wall Street.

Il filone FBI. DiCaprio si rivela un attore molto “flessibile”, e sembra particolarmente adatto ad interpretare ruoli in un contesto poliziesco. Ricorderete certamente Catch Me If You Can (Prova a prendermi, 2002), un divertente film in cui recita la parte di Frank Abagnale, un sedicenne che per via delle sue truffe milionarie diventa uno dei criminali più ricercati dall’FBI. Nel recente lavoro di Clint Eastwood, J. Edgar (2011), DiCaprio è invece il primo, controverso direttore dell’FBI. Anche questo film, come molti altri, deve il suo successo alle indiscutibili capacità di DiCaprio, che conferisce al personaggio sottili sfumature psicologiche, nonostante spesso debba recitare sotto un pesante trucco per l’invecchiamento. Tematicamente affine è Body of Lies (Nessuna verità, 2008) di Ridley Scott, che vede DiCaprio nelle vesti di un agente della CIA impegnato a scovare un terrorista mediorientale che si nasconde in Giordania.

L’uomo del West. Abbiamo conosciuto anche un DiCaprio eccellente in pellicole western. Ancora giovanissimo, recita a fianco di Sharon Stone, Gene Hackman e Russell Crowe in The Quick and the Dead (Pronti a morire, 1995), ma è con Quentin Tarantino e il suo Django Unchained (2012, leggi la nostra recensione!) che dà il meglio di sé, interpretando il ruolo più distante dalla sua personalità, come racconta in conferenza stampa: è il cattivo e super-razzista Calvin Candie, uno dei più ricchi latifondisti del Mississippi. Questo, però, è solo l’ultimo lavoro nel quale DiCaprio dimostra interesse verso temi “impegnati”.

Le pellicole “impegnate”. Già nel 2000 in The Beach, con Tilda Swinton, l’attore presta il suo volto per parlare della scelta di una vita lontana dalla società civilizzata. Grande enfasi recitativa si ha anche in Blood Diamond (2006), un film di denuncia alle multinazionali dei diamanti e ai traffici illegali e mortiferi di questi. Ricordiamo però a questo punto che DiCaprio non è soltanto un attore, ma anche regista di diversi documentari che denunciano la drammatica situazione ambientale, come avviene in The 11th Hour (L’undicesima ora, 2007).

Ed è proprio al suo impegno ambientalista, e anche a un po’ di meritato riposo, che la star hollywoodiana sta dedicando il suo tempo in questo periodo. DiCaprio ha infatti recentemente annunciato di volersi prendere una pausa (leggi la news completa qui!), come già fece nel 1999, quando intraprese numerosi viaggi soprattutto in Sud America. Speriamo che decida di tornare presto al cinema, deve ancora vincere il suo meritato Oscar! Con un “curriculum” del genere (qui la lista completa dei premi e nominations ricevuti), cosa stanno aspettando?

Scritto da Irina Marchesini.


Volume uno: Robert Pattinson è mio amico, Miglior Nudo, Miglior Combattimento, Miglior Barba.
Volume due: Miglior Attore, Miglior Sceneggiatura, Miglior Film Fumetto e Animazione.
Volume tre: Miglior Serie TV, Miglior Album.
Volume quattro: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attrice.

Continua a errare su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.