Live free or die. La season première di Breaking Bad prende in prestito il titolo dal motto del New Hampshire. E scopriamo così che ogni stato unito ne ha uno. Quello del New Mexico è “Crescit eundo” (cresce con il passare del tempo). Non è certo il caso di Walt che, episodio dopo episodio, stagione dopo stagione, si avvicina sempre di più all’abisso, allontanandosi dallo spettatore che ormai non lo riconosce più. A sottolineare la metafora c’è la nuova identità. Per la cameriera di Denny’s, Walt è il signor Lambert (il cognome di Skyler da nubile) dal New Hampshire, in viaggio per affari.

Inizia con un flashforward il primo episodio della quinta (e tecnicamente ultima) stagione di Breaking Bad. Walt ha i capelli, la barba, abiti oversize e festeggia da solo il suo compleanno, giocando con le fette di bacon nel piatto a formare il numero 52, come Skyler gli ha insegnato due anni prima. Sappiamo dunque che è vivo ma non libero. “Free is good” gli dirà la cameriera che vuole offrirgli la colazione, ricordandoci che anche la lingua inglese può sedurre, soprattutto se a usarla nello script è Vince Gilligan. Nuova identità dicevamo e una mitragliatrice M60 appena acquistata. Cosa Walt debba farci e perché è il primo nodo di tutta la serie.

Da qui torniamo indietro, al season finale della quarta stagione, a scoprire come sono andate le cose dopo l’esplosione di Gus. Nell’ordine: Gus è fuori dai giochi, ma nell’esplorazione della lavanderia/meth lab post incendio, Hank in prometheica tuta bianca nota le telecamere carbonizzate. A ricordarsene è anche Walt che con i suoi – un ormai fidatissimo Jesse e un diffidentissimo Mike (stupendo nella scena in cui in vestaglia nel deserto dà da mangiare ai polli) – deve pensare a come cancellare le tracce video dal pc di Gus, catalogato nella evidence room della polizia di Albuquerque. “Yeah, bitch! Magnets!” oltre ad essere il refrain dell’anno è l’idea geniale di Jesse per risolvere il problema. Un campo magnetico ad alto voltaggio per cancellare tutti i dati. La messa in scena poi è una gioia per gli occhi. Bellissima la scena dell’attrazione, con tutti i body of evidence – tra cui un triciclo! (dopo Eggleston e Kubrick ci pensa BB a renderlo inquietante) –  in caduta libera verso il mega magnete manovrato da un incontrollabile Walt in passamontagna nero. Se l’operazione magnete ha messo fuori uso il pc però ha anche scoperto un nuovo indizio, un conto sulle isole Cayman che potrebbe condurre a Walt & Co. Ecco il secondo nodo da sciogliere.

Per il resto il plot è tutto incentrato sul vero tema della stagione e della serie tout court: la discesa morale di Walt. Tre le sue quote chiave: “Because I say so“, risponde a Mike che gli chiede come fa ad essere sicuro che l’operazione magnete sia riuscita; “We’re done when I say we’re done” dice a Saul che vorrebbe tirarsi fuori dalla faccenda ma dovrà aspettare e continuare a fare la parte del Sgt. Schultz di Hogan’s Heroes; “I forgive you“, il più inquietante, è rivolto a Skyler, in un abbraccio completamente folle e creepy. Skyler del resto nel suo duplice ruolo di vittima – “[scared of] you” dirà al marito – e complice – in visita a Ted “Hellraiser” Beneke, sopravvissuto all’incidente del tappeto, ma in condizioni tremende, sospira di sollievo nel sapere che Ted non dirà niente – ha soprattutto paura.

Anche se nel flashforward lo abbiamo visto solo, malmesso (prende delle pillole nella scena in bagno, forse per il cancro) e lontano da casa, non possiamo essere clementi con l’uomo che Walt è diventato. Egoista, fuori controllo, meschino, il re che tutti acclamano – come si legge sul poster della quinta stagione – siamo noi a non perdonarlo.

Inizio di stagione rigoroso e strategico, nello stile di BB, che prepara il terreno dei prossimi episodi, senza colpi di scena o punte elevate di tensione, ma con alcune scene tecnicamente perfette (il piano del magnete su tutte) e una decostruzione del personaggio sempre più acuta e precisa, forse rindondante in alcuni passaggi, ma sempre efficace. Ottima, ma siamo abituati, la scrittura e tutto ciò che si nasconde nei dettagli, un colpo di tosse, un pezzo di vetro, un abbraccio. Bentornato Breaking Bad.

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Scritto da Giusy Palumbo.