Cartoni animati, maggio 2012: in Giappone continua l’infornata di nuove serie, mentre negli USA viene finalmente trasmesso l’attesissimo sequel del bel Avatar – The Last Airbender, serie andata originariamente in onda dal 2005 al 2008 (è il cartone dal quale M. Night Shyamalan ha tratto l’agghiacciante The Last Airbender, pellicola del 2010 a dir poco pessima ma dall’ottimo esito commerciale (ovvero è probabile che ci dovremo ciucciare anche uno o due sequel)). Ma vediamo nel dettaglio cosa c’è di bello da vedere questo mese.

Kuroko no Basuke
Per tutti gli orfani di Slam Dunk, una serie su di una sgangherata (eppur fighissima, ci mancherebbe altro) squadra di pallacanestro liceale, nella quale sport e commedia sono abilmente mescolati. Niente di stratosferico, ma si lascia guardare in tranquillità, e qualche risata la strappa pure.

Tsuritama
Un ragazzo che non riesce a fare amicizia con gli altri, un ragazzo che si autoproclama alieno e gira sempre portando sulla testa una boccia d’acqua con un pesce rosso, un giovane pescatore conosciuto come “Il re pescatore”, un indiano che non si separa mai dalla propria amata anatra di nome Tapioca: sono questi i quattro protagonisti di una commedia vivace, dal gran passo e dalle ottime gag (in egual misura slapstick e deadpan). Davvero un bel vedere.

Accel world
Cartone ultracitazionista e che pesca a piene mani da tutti i maggiori successi televisivi degli ultimi anni (come Toaru Majutsu no Index, Fate/Stay night e [C], solo per dirne alcuni), in Accel World un adolescente ciccione e sfigato cerca di rifarsi una vita in un mondo virtuale dove ha poteri e abilità superiori alla norma. E no, al contrario di quanto si potrebbe pensare a tutta prima non è una serie realistica, ma d’ambientazione futuristica, nella quale c’è un po’ da menare, un po’ da ridere e un po’ di drama. Passabile.

Akb0048
La premessa è fra le peggiori possibili: quarantotto anni dopo la fine di una guerra interplanetaria che ha vietato ogni forma d’arte (altro che la vittoria mutilata di dannunziana memoria), il gruppo di idol AKB48 (super-gruppo realmente esistente di cantanti pop di bell’aspetto, creato e gestito dal produttore Yasushi Akimoto) emerge dal passato dell’umanità per riportare la luce e la speranza della musica pop nella vita della gggente in ogni dove. A prima vista potrebbe sembrare un epico incrocio fra la marchetta televisiva e la vaccata colossale, ma la direzione di Shōji Kawamori (creatore, fra le altre cose, dello storico Macross, e del più recente Tenkū no Escaflowne) sembra configurare l’anime come una sorta di opera distopica, nella quale la musica pop assume il rivoluzionario compito di sovvertire l’ordine precostituito. Il confine sul quale procede Akb0048 è labilissimo, e la curiosità nel guardarlo sta proprio in questa sua natura di opera al tempo stesso sfacciatamente truzza e meticolosamente meditata.

Zetman
Tratto dall’ultimo manga di Masakazu Katsura (già autore di Videogirl Ai), questa versione animata se ne discosta, fortunatamente, in più punti: dove il manga d’origine propone un discutibile miscuglione di viulenza e scene ai confini dell’hentai, facendo spesso percepire un retrogusto di becera quanto sempliciotta exploitation, il cartone sembra focalizzarsi di più sul procedere della storia e sullo sviluppo dei due protagonisti/antagonisti. Anche se la trama non è un gran che originale, le sequenze d’azione sono ben animate, e se la serie continuerà a mantenersi a debita distanza dal manga si potrebbero vedere delle cose interessanti.

The legend of Korra
Sono passati 70 anni dalla fine delle vicende narrate nella prima serie: Aang, l’avatar protagonista, è morto, e il testimone è passato alla giovane Korra, la quale dovrà intraprendere un lungo viaggio di educazione spirituale e marziale per assumere il ruolo di nuovo avatar. Il sequel di The Last Airbender riesce a mantenere tutte le caratteristiche che hanno decretato il successo del capostipite: personaggi ben caratterizzati, universo coerente e dettagliato, trama che si snoda in maniera veloce e senza cedimenti. Da vedere.

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Scritto da Gualtiero Bertoldi.