Erland Josephson è morto a Stoccolma, all’età di 88 anni. L’attore svedese era l’interprete preferito di Ingmar Bergman, nonchè suo alter ego umano e artistico e veicolo di tutto il suo pensiero cinematografico. Josephson soffriva da tempo di Parkinson e la notizia della sua scomparsa è stata annunciata dal Teatro Drammatico Reale della capitale svedese, di cui era stato direttore dal 1966 al 1975, succedendo proprio a Bergman.

L’amicizia personale e sul set tra Josephson e Ingmar Bergman si è resa concreta in oltre 40 film, a partire da Piove sul nostro amore del 1946. Apice della collaborazione artistica tra i due, fu il dittico televisivo Scene da un matrimonio (1973) e Sarabanda (2003). Tra gli altri grandi film bergmaniani da lui interpretati, non possiamo dimenticare Passione del 1969, L’immagine allo specchio del 1976, Fanny e Alexander del 1982 e Dopo la prova del 1983.

Un secondo capitolo molto importante della sua vita, è stato il sodalizio artistico con Andreij Tarkovskij, per il quale ha recitato in Nostalghia del 1980 e Sacrificio del 1986.

Ma Josephson è ben ricordato dagli amanti di cinema anche per i ruoli interpretati in alcune pellicole italiane: La casa del tappeto giallo (1971) di Carlo Lizzani, Al di là del bene e del male (1977) di Liliana Cavani, Io ho paura (sempre del 1977) di Damiano Damiani.

Oltre che attore, fu anche regista in due occasioni: Noi due una coppia del 1978 e La rivoluzione della marmellata del 1979. Fu inoltre scrittore di poesia e prosa, oltre che direttore dei Teatri di Helsingborg e Goteborg.

Fonte: AGI

Scritto da Tommaso Tronconi.

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