Uscito ieri nelle sale Breaking Dawn, prima di recensirlo a dovere completiamo questa nostra rassegna sulla saga creata da Stephenie Meyer con la fotorecensione di Eclipse, pellicola del 2010 diretta da David Slade, con protagonisti i soliti Robert Pattison, Taylor Lautner e Kristen Stewart.

Quello che più colpisce di Eclipse è la spirale di incontrollata banalizzazione soporifera nella quale il film riesce a far precipitare eventi e relazioni che già nei precedenti Twilight e New Moon non erano stati certo rappresentati in maniera ottimale.

David Slade, autore dell’interessante Hard Candy, opta vistosamente per una regia televisiva: camera a mano tremolante per i momenti d’emossione, per il resto è il trionfo del primo piano con contorno di quanti più campi e controcampi possibile, e niente altro, come se ci trovassimo in una puntata leggermente più concitata di Beautiful. Anche l’intreccio sembra, né più né meno, un episodio più lungo, ma altrettanto noioso e prevedibile, di Dragonball: dopo qualche interazione fra personaggi già conosciuti, l’arrivo di un antico nemico porta i nostri eroi a formare alleanze incerte, con tanto di allenamento e preparativi per la battaglia, il tutto coronato dalla scazzottatona finale con Goku – Edward (i vampiri, tra l’altro, alla luce del sole brillano come i super sayan) che gonfia come una zampogna il più patetico nemico di sempre, il quale ovviamente costituisce solo uno schermo per i veri nemici (i Volturi) per i quali ci sarà bisogno di ulteriore allenamento (il livello combattivo della famiglia di Edward, infatti, non è ancora sufficientemente elevato per sconfiggere Freezer – Aro). Passiamo a vedere se qualcosa, nel film, è in grado di accendere per qualche breve momento un moto di interesse.

il film inizia con gli innamorati nel mezzo di un bel campo fiorito: spogliata di ogni per quanto scontato simbolismo, la saga assume in Eclipse un registro totalmente didascalico.

in questa battuta apparentemente secondaria, prounciata dal solito faccino gommoso di Welch, sta invece la principale chiave interpretativa di tutto il film.

la recitazione dei personaggi in tutto il film può essere comodamente classificata tramite la scala graduata che vedete sopra: si va da un minimo di "espressioncina corrucciata" per i momenti tranquilli a un massimo di "soffio abbestia mostrando i denti" per le scene di combattiamento.

ci ha messo un film e mezzo, ma alla fine c'è arrivato anche Edward.

Ecco la versione sing along di “Doesn’t he own a shirt?

questa è solo una delle ennesime scene in cui il ruolo principale di Bella è quello di far o da zaino-zavorra sulle spalle di Edward mentre vola fra gli alberi, o da cesta in braccio a Jacob per andare a funghi.

ogni tanto il film prova a riproporre la solita, scialba solfa della vita normale alla quale Bella sta per rinunciare in nome dell'Ammore, ma a vedere una cerimonia di consegna diplomi in cui sono tutti vestiti in giallo, non è difficile capire perché la nostra eroina abbia questa incontrollata voglia di trasformarsi in un morto vivente.

-A'dotto', che s'è visto come l'ho guardato con scherno a'Edward? Lo devo guarda' con più scherno ancora? -Taylor, mavedidannamorimazzato, va'.

va bene cercare di catturare ogni tipo di pubblico, ma veder ventilata in questa maniera una possibile svolta furry è stato per più versi agghiacciante.

il film ogni tanto prova a essere auto-ironico, ma la narcosi indotta nello spettatore è così elevata che certe perle si finiscono per prenderle sul serio.

Bella alla fine risulta così insipiente che il gioco di sguardi fra Edward e Jacob attizza molto di più che non le solite labbrucce mordicchiate della Stewart.

comunque del lupachiotto non si butta via niente (l'uso che Bella fa della propria sessualità come moneta di scambio, in maniera tale da non dover rinunciare agli addominali d'acciaio di Jacob, è a dir poco ottocentesco).

dicevamo, di Dragonball?

Un anello per ghermirli e nel buio incatenarli (ammazza che pataccone d'anello di fidanzamento, qualche altro centimetro e sembrava lo scudo di uno spartano).

Tutto quello che resta da dire di questo Eclipse, lo potete vedere in questo video.

A domani con la recensione di Breaking Dawn – Parte 1.

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Scritto da Gualtiero Bertoldi.