Dopo aver parlato, qualche tempo fa, di Catwoman e di Bane, i due antagonisti che compariranno nel prossimo film di Christopher Nolan dedicato all’uomo pipistrello, non potevamo esimerci dall’affrontare il padrone di casa, uno dei più grandi personaggi a fumetti di tutti i tempi, ovvero Batman, al secolo Bruce Wayne.

Conosciuto anche come il Cavaliere Oscuro e il Crociato Mascherato, Batman fa parte di quella ristrettissima cerchia di supereroi fumettistici che sono stati in grado di sfondare il proprio campo d’origine per andare a occupare una postazione fissa nell’immaginario collettivo contemporaneo (impresa che è riuscita, oltre che a Batman, a Superman e all’Uomo Ragno, e forse a pochi altri).

Creato da Bob Kane e Bill Finger nel 1939, Batman inizia la sua carriera come un vigilante mascherato che non si fa troppi problemi a farsi giustizia da sé, perseguitando e a volte uccidendo i criminali che ha deciso di prendere di mira. Visto l’immediato successo del personaggio, che da subito ottiene volumi di vendita paragonabili all’altrettanto celebre Superman e che in origine si presenta come un pastiche di diverse figure tratte dai fumetti e dalle riviste pulp più in voga dell’epoca (come ad esempio Doc Savage, Phantom e Spider), la National Publications (casa editrice che sarebbe poi diventata la DC Comics) decide di sviluppare meglio il supereroe, dotandolo di un’origine e di alcune linee guida precise. È così che Kane e Finger compongono un ritratto di base che sarà poi ripreso in maniera pressoché invariata da tutti i disegnatori e gli sceneggiatori successivi, come un vero e proprio mito di fondazione. Mito che, più o meno, fa così: di ritorno da una serata al cinema, l’allegra famiglia Wayne (il padre Thomas, medico e lungimirante speculatore edilizio, la madre Martha e il piccolo Bruce) imbocca a dir poco prudentemente una via denominata Vicolo del Crimine (Crime Alley in originale – poi dice che uno se le cerca), e si imbatte in un maldestro criminale* che finisce con l’uccidere a pistolettate Thomas e Martha. Traumatizzato dall’evento, Bruce giura di vendicarsi e di eradicare tutta la criminalità di Gotham (città che rappresenta una sorta di allegoria a tinte fosche di New York), dedicando così la propria giovinezza allo studio e all’esercizio fisico, seguito dal fedele maggiordomo Alfred Pennyworth e con le spalle coperte dalle ricchezze e dalle imprese lasciategli in eredità dal padre. Passati alcuni anni, Bruce si sente pronto per scendere nelle strade, e un pipistrello che gli entra in casa dalla finestra lo ispira per il costume da indossare (e meno male che non gli è entrata una cavalletta).

Il canone batmaniano (ovvero quella serie di fatti che sono considerati più o meno come fissi e immutabili non solo dai fan, ma anche dagli autori e dalla DC comics stessa, e che resistono a tutte le modificazioni retroattive e ai reboot del personaggio) conta pochissimi altri episodi certi: l’arrivo a casa Wayne dell’orfano acrobata Dick Grayson (il primo Robin), l’amicizia con il commissario Jim Gordon, la sconfitta con annessa frattura della colonna vertebrale subita per mano di Bane (e qui sarà interessante vedere se e come Nolan avrà deciso di inserire questo episodio nel proprio film), e lo status di miglior detective del mondo si possono considerare fra questi.

Forse non tutti sanno che…

-potrebbe apparire cosa ovvia, ma come ogni dettaglio del genere tende a essere dimenticato o sorvolato con facilità: Batman è uno dei pochissimi supereroi a non disporre di alcun superpotere. Bruce è sì un essere umano perfettamente allenato e di ottimo ingegno, ma può contare solo sulle proprie capacità, e sulla propria ricchezza, per affrontare nemici in grado di mettere in difficoltà lo stesso Superman. Fra i fan si dice che il potere di Batman sia in realtà il prep-time, ovvero la cura e la preparazione fisica e mentale che Batman mette nell’affrontare ogni ostacolo, pianificando in anticipo ogni possibile mossa dei propri antagonisti;

– dopo i primissimi numeri in cui ogni tanto apriva il fuoco senza troppi problemi sui criminali che combatteva, Batman ha sempre seguito una rigorosa politica anti-arma da fuoco. L’unica eccezione, in più di sessant’anni di carriera, è stato un colpo sparato con una pistola aliena, effettuato per fermare un cattivone semi-divino, DarkSeid, durante gli eventi di Final Crisis.

-la posizione di Robin è stata occupata, nel corso degli anni, da diversi personaggi: il primo, storico Robin è stato Dick Grayson, poi cresciuto e messosi in proprio con l’alias Nightwing; il secondo è stato Jason Todd, un altro orfanello dalle tendenze decisamente teppistiche, ucciso a sprangate dal Joker alla fine di un arco narrativo nel quale la DC aveva indetto una votazione fra i lettori per decidere delle sorti dello stesso Jason (il personaggio è stato poi fatto ritornare in vita una manciata di anni fa, giustamente invelenito per la sorte toccatagli); il terzo è stato Tim Drake, altro orfano ufficialmente adottato da Bruce; l’attuale Robin è Damian Wayne, figlio biologico di Bruce, concepito in seguito alla relazione avuta con Talia al Ghul (la figlia di Ra’s al Ghul, uno dei cattivoni storici dell’uomo pipistrello, interpretato da Liam Neeson in Batman Begins), e che ha ovviamente passato la propria infanzia ad essere allenato da una felice combriccola denominata la Lega degli Assassini.

-l’omosessualità, latente o meno, percepita nel legame fra Batman e Robin costituisce uno degli elementi fondamentali sui quali si basano le accuse di corruzione della moralità dei bambini e degli adolescenti mosse dallo psichiatra Fredric Wertham ne “La seduzione dell’innocente”, edito nel 1954. La pubblicazione, che ebbe un’enorme risonanza negli Stati Uniti dell’epoca, portò il Congresso ad aprire un’inchiesta sull’industria del fumetto, che si concluse da una parte con un drammatico crollo delle vendite di quasi tutte le testate in circolazione, e dell’altra con l’autoistituzione, da parte delle case editrici americane, di un organo di autocensura chiamato Comics Code Authority;

-fra le ultime imprese compiute da Bruce Wayne, a parte la solita morte con resurrezione dilazionata nel tempo e in vari mondi paralleli, di notevole c’è l’istituzione dell’impresa Batman Inc., un vero e proprio franchise delle tecniche e dei costumi batmaniani da diffondere in ogni stato del mondo (una sorta di McDonald della lotta al crimine).

*criminale che in quasi tutte le versioni del mito si chiama Joe Chill, eccezion fatta per la prima versione cinematografica di Tim Burton, che decise di far coincidere questa figura con quella del Joker.

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Scritto da Gualtiero Bertoldi.