Arriva finalmente in Italia il film di Lanterna Verde, uno degli eroi storici della DC Comics, personaggio che può vantare un numero di anni e di albi fumettistici quasi alla pari con quelli di Superman e Batman. Della storia fumettistica di Green Lantern abbiamo già parlato in maniera abbastanza approfondita qualche mese fa, e il film, che riprende e rimescola sia molti elementi antichi che alcuni degli sviluppi più contemporanei del personaggio, ripropone sostanzialmente la storia che sta alla base del fumetto: Hal Jordan, pilota di caccia scavezzacollo, viene scelto per entrare a far parte di una sorta di corpo di polizia intergalattico, trovandosi catapultato in un universo letteralmente più grande di lui e di quelle che crede essere le sue insufficienti capacità. Seguono viaggi e combattimenti interstellari, e diverse magagne da sistemare a casa, sul pianeta Terra.

Diciamo subito che Green Lantern non è un gran film, ma neppure quel fallimento totale che era stato descritto da molte penne d’oltreoceano (la pellicola, negli Stati Uniti, è uscita a giugno). Martin Campbell, regista solido e ben scafato (suo il bel Casino Royale), ha messo insieme, con un team di sceneggiatori altrettanto d’esperienza, un’opera che teoricamente segue quello che si potrebbe considerare il buon manuale del film supereroistico moderno, nel quale un eroe abbastanza involontario riscopre se stesso e le proprie capacità una volta posto di fronte al meraviglioso – narrazione arricchita da una storia d’ammmore e da una parallela devoluzione dei personaggi che si contrappongono a quello principale. Il tutto intriso da una decisa spruzzata di auto-ironia e condito con una salva di effetti visivi che si vorrebbero strabilianti (un po’ lo sono, un po’ no).

Il problema principale di Green Lantern, però, è quello di arrivare dopo: dopo la rilettura in chiave esistenziale del Batman di Nolan, dopo la perfezione pop raggiunta dal primo Iron Man, dopo la paraculaggine elevata a motivo d’essere di Thor. Insomma, dopo che tutte le più accattivanti chiavi di lettura escogitate in questi anni per far funzionare i supereroi sul grande schermo sono già state impiegate e spolpate in maniera esauriente. All’interno di questo nutrito panorama, infatti, Green Lantern si presenta sì con tutti gli elementi prima elencati e disposti a modino e spiattellati ad usum populi, ma risulta con l’essere più il compitino assemblato dall’alunno sgobbone che non da quello scaltro. Il film non riesce mai ad essere qualcosa d’altro (per esempio un’autoparodia kitsch, o un’avventurona fantascientifica) se non una serie di belle diapositive illustrative di una mitologia fantascientifica con cinquant’anni di storia (e storie) alle spalle. Le parti divertenti finiscono troppo in fretta, quelle d’ammmore non sono approfondite (e viene quasi da dire “meno male”, vista l’impagliataggine imbarazzante della Lively), il combattimento finale è pur risolto con ardore, ma in maniera del tutto semplicistica. Se proprio vogliamo ascrivere qualcosa di positivo a quest’opera, è la buona prova di Ryan Reynolds, un Hal Jordan perfetto, gigione con carattere, bravo a cambiare registro quando serve.

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Davide V.Leonardo L.
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Scritto da Gualtiero Bertoldi.