1942. Scartato alla leva, ma desideroso di aiutare il proprio Paese in guerra, il gracile ma coraggioso Steve Rogers accetta di sottoporsi a un esperimento che lo trasforma in Captain America, il super soldato a stelle e strisce, e parte per l’Europa sulle tracce di un folle nazista che ha scoperto una nuova e inesauribile fonte di energia bellica.

L’adattamento cinematografico di uno dei più longevi supereroi della Marvel – creato nel 1941 da Joe Simon e Jack Kirby – è anche uno dei più fedeli alla controparte disegnata. Merito, soprattutto, di una sceneggiatura semplice ma puntuale, che riproduce bene le principali caratteristiche del fumetto – il patriottismo umanista, il pudore dei sentimenti, la netta divisione fra buoni e cattivi – ritraendo il protagonista come un uomo profondamente giusto, generoso e determinato, umile ma naturalmente carismatico: tutte qualità che hanno permesso al Capitano di mantenere, nel tempo, il ruolo di punto di riferimento etico all’interno dell’universo Marvel. Ciò non toglie che gli altri personaggi siano comunque gradevoli e ben caratterizzati, nella loro semplicità un po’ rétro.

In sintonia con la linearità della vicenda, la regia del veterano del fantastico Joe Johnston si mantiene sobria e discreta, senza virtuosismi né troppi indugi sugli effetti speciali, con scene d’azione piuttosto contenute per un film del genere, preferendo valorizzare la ricostruzione d’epoca, davvero eccellente, e omaggiando dichiaratamente il cinema degli anni ’40, soprattutto nel rapporto del protagonista con la soldatessa Peggy Carter, unicamente basato sugli sguardi e sugli equivoci, e nell’ottima sequenza del musical propagandistico. In questo contesto, così profondamente classico, l’opzione del 3D risulta a dir poco pleonastica, ma per fortuna non danneggia la visione.

Riguardo agli attori, il biondo Chris Evans (già Torcia Umana nei due film sui Fantastici Quattro) si è rivelato una buona scelta, sopperendo alla limitata espressività con una fisicità perfetta e risultando credibile sia prima che dopo l’esperimento. Gli fa da contraltare un istrionico Hugo Weaving, che infonde allo sfigurato e megalomane villain Johann Schmidt alias Teschio Rosso il suo innato carisma. Il resto del cast, comunque, è di ottimo livello, soprattutto i veterani Tommy Lee Jones e Stanley Tucci (rispettivamente il burbero generale Phillips e il geniale dottor Erskine) e la giovane e incantevole Hayley Atwell nel ruolo di Peggy. Immancabile, come in ogni film della Marvel, il cameo di Samuel L. Jackson nella parte di Nick Fury.

Pur non possedendo la complessità di contenuti di X-Men – L’inizio, né la magniloquenza visiva di Thor, Captain America è da considerarsi un’opera gradevole ed emozionante, indirizzata soprattutto ai fan. Tuttavia, non si capisce perché, nell’edizione italiana, il nome di battaglia del protagonista non sia stato tradotto, producendo un effetto discutibile nei dialoghi. Occhio all’Easter Egg dopo i titoli di coda!

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