Da sempre Breaking Bad ci ha abituati a puntate d’azione mozzafiato che si alternano a puntate più statiche, in cui manca un’evoluzione vera e propria della storia, ma non per questo meno coinvolgenti. Da questo punto di vista “Thirty Eight Snub” è un gioiello di introspezione psicologica.

Abbiamo lasciato, nella scorsa puntata, Jesse in stato semi catatonico dopo l’omicidio di Gale, Walt non troppo rinfrancato dalla momentanea vittoria nei confronti di Gus e Skyler sempre più decisa a prendere in mano la situazione e diventare parte attiva della vicenda.

Qui è la calibro 38 del titolo ad essere protagonista. Oltre ad essere un “diritto morale” di ogni buon cittadino del New Mexico, come specifica il coscienzioso venditore, possedere una pistola e usarla contro il proprio enigmatico boss è per Walt l’unica strada sicura per la sopravvivenza. Ne è passato di tempo da quando si aggirava in mutande per il deserto ma nel mentre Mr. White non è certo diventato il pistolero più veloce del West, né il più scaltro. E Mike, che non è affatto sulla sua stessa barca e ha metodi di persuasione convincenti, sa come dargli qualche spunto di riflessione.

Intanto Jesse organizza un party sfrenato per rintronarsi la coscienza a suon di decibel. Con degli amici tanto deficienti da far sembrare gli zombies nazisti geni incompresi, il nostro può facilmente darsi al non-pensiero più assoluto. Ma when the carnival is over restano solo le luci ipnotiche e il ritmico pulsare di un sub-woofer.

Restano i progetti di Skyler di rilevare l’autolavaggio, missione ben più ardua del previsto a causa della resistenza del proprietario che ricorda bene il caloroso addio di Walt. Forse il Laser Tag suggerito da quell’adorabile figlio di puttana di Saul era ancora l’idea migliore.

“Thirty Eight Snub” è una puntata che non si  nutre di azione ma di ossessione.  Le tre figure centrali della serie sono, per motivi diversi, sprofondate in un vortice di paura, impotenza e frustrazione, sentimenti che affrontano in modo compulsivo ed irrazionale. Walt, sempre più animale braccato, reagisce in modo sciocco e scomposto, cercando di stupire uno scafatissimo Gus con una mossa più che prevedibile e cercando in Mike un improbabile complice. La sua condizione psicologica di rifiuto della colpa (ancora una volta, nel bar con Mike, ripete di non essere minimamente responsabile di tutto quello che è successo) lo rende terribilmente paranoico, pronto all’attacco anche nei momenti meno opportuni.

Invece Jesse, agli eventi tragici di cui è stato protagonista, non risponde con una negazione della colpa ma con una negazione di sé, nello sballo e nel ritorno al passato. Ma nell’incontro con Andrea riconferma uno spessore morale che nessun altro personaggio della serie può vantare. Last but not least Hank, che sta scoprendo la vulnerabilità e la dipendenza dagli altri e questo gli rende odiosi gli altri quanto se stesso. Unica distrazione le mille sfaccettature dei minerali, così solidi, lucenti e perfetti.

Cast come sempre straordinario, soluzioni registiche d’effetto e grandi aspettative per le prossime puntate che dovranno inevitabilmente delineare nuovi sviluppi dell’intreccio. Nell’attesa.. Avete recentemente perso un vostro caro in un disastro aereo? Chiedete un preventivo su bettercallsaul.

Scritto da Barbara Nazzari.

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