Se pensiamo ai film italiani di questi ultimi anni ci accorgiamo di un dato davvero preoccupante: l’Italia non ha più divi cinematografici. Dove sono finiti?

Il cinema è infarcito di personaggi televisivi dell’ultima ora, provenienti dai reality e dalla fiction casalinga ed è davvero difficile trovare, ora come ora, dei nomi “forti” di attori, riconosciuti come tali, in Italia e all’estero.

C’è stato un tempo in cui addirittura ci invidiavano i veri e propri divi…

Mi piace qui ricordare, in particolare, Marcello Mastroianni che ha incarnato la figura per eccellenza del divo/anti-divo del cinema.

Esiste davvero, però, l’ anti-divo? E come si comporta a differenza del divo?

A mio avviso il rifiuto del divismo è una forma anch’essa di divismo, ma in Mastroianni questa figura che può sembrare ambigua, si è potuta realizzare davvero. Prova ne è il fatto che, da “La Dolce Vita” in poi l’attore ha sempre rifiutato, fino ad inorridire al solo pensiero, l’ appellativo di latin lover. Perché?

Il suo non era snobismo e lui stesso sapeva bene che la sua bellezza e  i ruoli che aveva interpretato erano stati la sua fortuna, ma ciò nonostante sapeva, e voleva, guardare oltre.

Mentre oggi, per molti, questo sarebbe un traguardo, per Mastroianni invece non è stata che una sfida per poter dimostrare, interpretando ruoli d’ogni tipo, che lui era innanzitutto un attore. Sì, un attore: vale a dire un uomo che nella vita come mestiere aveva scelto di recitare. Per Marcello Mastroianni il cinema era un luogo di lavoro come un altro e la sua, nonostante tutto, una professione come un’altra.

Lascia pensare tutto ciò e vengono i brividi, ricordando la sua grandezza come attore e la sua umiltà come persona, nel considerare la maggior parte degli interpreti italiani di oggi.

Finché le cose non cambieranno si continuerà a guardare al passato, perdendo però, così, l’occasione di costruire un futuro di nuovi grandi interpreti.

Scritto da Caterina Ferruzzi.

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