Uno stuntman, Roy Walker,  interpretato da Lee Pace (Pushing Daisies), è ricoverato in un ospedale a Los Angeles per un incidente accaduto durante le riprese di un film. Costretto a letto per una paralisi alle gambe inizia a pensare al suicidio. Quando per caso conosce Alexandria, una bambina ricoverata per una frattura al braccio (l’attrice Catinca Untaru), gli viene un’idea: inizia a raccontare alla piccola una storia con cinque favolsi eroi e in cambio le chiede di rubare delle pillole. Il film procede, e la vita dei due personaggi finisce per incrociarsi con il racconto mitico.

La visione di The Fall ci accompagna in un viaggio tra due mise en abyme: una di cinema nel cinema e l’altra di racconto nel racconto. L’ambientazione del film negli anni venti e la professione del protagonista permettono infatti continui riferimenti al cinema muto di quel periodo. La scoperta di Alexandria del principio della camera oscura nel corridoio dell’ospedale, o la proiezione finale della pellicola in bianco e nero con accompagnamento dal vivo, formano una sorta di ode alla nascita delle immagini in movimento e alla loro capacità di creare una realtà verosimile o totalmente fantastica.

La sapienza tecnica nella costruzione delle inquadrature permea tutta la pellicola, e in alcuni momenti la resa visiva delle architetture (come ad esempio nella scena della morte di Darwin) si può definire ritmica per l’intelligente e fitta strutturazione, tanto da richiamare le opere di Piranesi ed Escher; un’analisi più accurata potrebbe sicuramente far risaltare altre centinaia di riferimenti alla cultura iconografica moderna e contemporanea. Del resto Tarsem, il regista, viene dal mondo dei video musicali e della pubblicità: la sua sensibilità e capacità di creare inquadrature potentissime a ripetizione esplode anche in questo film.

Una fotografia eccellente, con luci e colori perfetti, l’incontro di elementi scenografici con le meravigliose location (la sepoltura del fratello), i costumi, la dinamica degli attori all’interno delle inquadrature, la bellezza della sequenza in stop motion creata da Wolfgang e Christoph Lauenstein: tutti questi elementi sembra che gridino la magia, la potenza e la forza del cinema sia quando questo narra una storia verosimile, sia quando inventa un mondo fantastico.

Nel corso del film il racconto mitico si andrà ad intrecciare con le vite dei personaggi, diventando nel finale lo strumento di catarsi e di rinascita per Roy. La dinamica della storia nella storia crea dei momenti anche intensi ma globalmente risulta debole e lenta. Se non fosse per la colonna sonora di Krishna Levy consiglierei di guardarlo a doppia velocità.

Il dolore più grande resta, qui in Italia, quello di non aver potuto deliziare i nostri occhi con queste immagini sugli schermi delle sale, a parte i fortunati che al Biografilm Festival di Bologna nel 2009 hanno assistito alla sua presentazione. Il percorso distributivo di The Fall, infatti, è decisamente accidentato: presentato al Toronto Film Festival nel 2006, arriva negli USA nel 2008; in Italia è solo dallo scorso 18 gennaio che è possibile comprarne il DVD o il Blu-ray.  Cogliete la palla al balzo e guardatelo!

Scritto da Anna Silvestrini.

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Chiara C.
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